Abbiamo letto il calendario venatorio regionale per la stagione 2014-15. Occorre premettere che, ovviamente, non esiste il calendario venatorio perfetto, in grado di accontentare la totalità dei cacciatori. Si tratta di una sintesi operata ogni anno dalla Regione, per garantire che la stagione si svolga senza intoppi o ricorsi e, al contempo, per accontentare le varie esigenze nel rispetto dei parametri tecnico-scientifici. In tal senso era stato prodotto anche un documento unitario a firma di tutte le associazioni venatorie regionali, che si facevano interpreti delle principali richieste provenienti dalla base dei cacciatori umbri.
Ciò premesso, riteniamo quello prodotto dalla Regione un buon calendario venatorio, che in maniera equilibrata accoglie molte delle nostre richieste, anche se in parte ridotte. Ad esempio, ci riteniamo soddisfatti dei tempi stabiliti dal calendario per la caccia alla beccaccia, ai turdidi e a tutta la selvaggina stanziale, inclusi gli ungulati. Riguardo la preapertura, inoltre, dalle iniziali due mezze giornate disposte nella bozza siamo arrivati ad una giornata intera (il primo settembre) e due mezze giornate, il 7 e il 14. Oltretutto, cosa che non avveniva ormai da anni, abbiamo recuperato la quaglia in preapertura, con la mezza giornata del 14 settembre durante la quale sarà possibile cacciare questo piccolo galliforme, oggetto di interesse in moltissimi territori. La riteniamo una conquista, anche se ci sembra a dir poco impraticabile pretendere che si cacci solo sulle stoppie, e non anche sui prati o prati sommitali. Chiediamo pertanto alla Regine di rivedere in tal senso il calendario, anche per evitare una pioggia di sanzioni.
Altro aspetto sul quale non ci troviamo concordi è quello relativo alla caccia al cinghiale in forma singola. Infatti, il calendario individua le giornate fisse di giovedì, sabato e domenica per le battute collettive, ma lascia mano libera agli appassionati della caccia individuale al cinghiale, consentendo loro di insidiarlo anche di lunedì e mercoledì. Ciò rappresenta un elemento di discriminazione, di violazione della legge regionale 14/94 laddove – al comma 4 dell’articolo 32 – prescrive di “evitare, per quanto possibile, la contemporaneità dell’esercizio della caccia al cinghiale con l’esercizio di altri tipi di attività venatoria” e, infine, un elemento di scarsa sicurezza per tutti gli altri cacciatori e fruitori dei boschi, poiché con queste regole sarà possibile imbattersi ogni giorno in cacciatori armati di munizioni intere. Chiediamo pertanto che anche la caccia al cinghiale in forma singola rispetti i giorni fissi di giovedì, sabato e domenica, e che la Regione modifichi anche in tal senso, con urgenza, il regolamento regionale per la caccia al cinghiale.
Altra richiesta non accettata è quella del reinserimento nel calendario venatorio della coturnice previa, ovviamente, presentazione di un piano di gestione tecnico, da anni promesso ma mai presentato dalla Regione. La nostra richiesta muove dalla volontà di consentire ai cacciatori umbri, appassionati di questo nobile selvatico, di poterlo gestire anche in Umbria e, inoltre, di essere finalmente in regola quando si recano a caccia nelle altre regioni, in quanto queste consentono la coturnice ai soli cacciatori provenienti da regioni nelle quali questa caccia è ammessa. Poiché, infine, l’assessore regionale dovrà stipulare quanto prima accordi di reciprocità con le regioni confinanti, chiediamo che tale norma restrittiva – e a nostro avviso anticostituzionale – venga abolita.
Ufficio Stampa Federcaccia Umbra
|