A sorpresa il Consiglio dei Ministri venerdì scorso ha approvato un decreto del Ministero dell'Ambiente, denominato Ambiente Protetto, che affronta con urgenza alcune questioni aperte da tempo. Tra queste anche la procedura di infrazione sui richiami vivi, sulla quale - lo ricordiamo - esiste un appostito articolo nella Legge europea 2013 bis, passata proprio in questi giorni al Senato dopo l'approvazione della Camera. Probabilmente i tempi sono troppo lunghi e si teme di non fare in tempo. L'intento del decreto pare sia infatti quello di chiudere al più presto alcune infrazioni comunitarie in materia ambientale.
Apprendiamo da una nota stampa del ministero che nel decreto si interviene “per cancellare la procedura d'infrazione europea sui cosiddetti “richiami vivi” (cattura di uccelli ai fini del richiamo per la caccia)”. Non conosciamo i contenuti del decreto e non sappiamo dunque in che modo il Governo intenda risolvere la questione aperta con l'Europa dopo che la Camera ha respinto il tentativo del Movimento 5 Stelle di chiudere per sempre l'uso dei richiami, pratica che rappresenta una grossa fetta della caccia italiana. Sempre sul fronte richiami il ministero dice di rispondere anche alle richieste della Commissione europea nell’ambito di diverse procedure d’infrazione riguardanti gli impianti di cattura e inanellamento delle specie, della protezione della vita selvatica e sul reato di commercio di esemplari di specie protette dell’avifauna.
Il decreto, che sarà consultabile dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, introduce anche piani d’azione per difendere le specie a rischio assegnando alla commissione scientifica CITES un budget di 20 mila euro annui per le spese di missione previste dagli accordi internazionali sottoscritti dal nostro Paese a tutela della fauna e della flora a rischio. Inoltre il Governo fa fronte all'emergenza in cui si trova il Parco delle Cinque Terre, senza un direttore dal 1999, anno della sua fondazione. “I gravi fenomeni alluvionali che pregiudicano gli ecosistemi del Parco rendono necessaria l’immediata pianificazione di azioni a immediato, medio e lungo termine che la precaria situazione nella “governance” non può garantire: il Ministro dell’Ambiente nomina quindi il direttore, scegliendolo da una terna proposta dal presidente dell’ente dopo una selezione pubblica”.
“Con questo pacchetto di misure – spiega il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – vogliamo rendere più efficiente l'intero sistema ambientale, su cui è fondamentale investire per il rilancio del Paese. Lo facciamo con norme che servono a fermare gli scempi compiuti sul territorio nazionale alle spalle dei cittadini e con misure immediatamente operative per difendere il nostro ecosistema, risparmiare soldi e velocizzare le procedure senza recedere di un millimetro sulla tutela dell'Ambiente. Bisogna 'correre' verso un'Italia più sicura e sostenibile sotto il profilo ambientale: questo decreto fornisce gli strumenti giusti”. Qui la sintesi del Decreto Ambiente Protetto