A dubitare che esista un progetto per porre fine alla caccia da appostamento è Ucl (Unione dei Cacciatori Lombardi), che, dopo le recenti modifiche alla 157 sui richiami vivi, sospetta nuovi tiri mancini. "Una ad una - evidenzia -, le manovre per limitare la caccia da appostamento si stanno manifestando con una sequenza impressionante. Dubitiamo quindi sia in atto un progetto articolato per porre fine alla caccia da appostamento. Quello che dovrebbe preoccupare i cacciatori italiani ed ancor più i loro Presidenti nazionali aderenti alla F.A.C.E , è la morsa che gradualmente si stringe sempre più sulla caccia al fine di far desistere chi la pratica".
"Noi -dicono, invitando i cacciatori ad una reazione di difesa - non vogliamo assistere passivamente all’agonia delle caccie tradizionali, che sono forme di caccia plurisecolari e non le vittime designate da chi vorrebbe ridurci, come gli Indiani d’ America, nelle riserve. Dobbiamo impedire il “genocidio” dei capannisti, preludio alla fine dell’arte venatoria nel nostro Paese. Proponiamo di aprire da subito un tavolo di confronto con il Governo sulla caccia, è improcrastinabile la necessità di porre mano dopo 22 anni, alla modifica della legge 157/92 al fine di armonizzarla all’Europa, anziché subirne i diktat o le sanzioni".
"Non possiamo più permetterci atteggiamenti attendisti, dilatori e politiche di retroguardia, quelle politiche che ci hanno portato dal milione e mezzo di praticanti a poco meno della metà. L’Unione Cacciatori Lombardi fa appello a chi sta veramente a cuore la caccia ed in particolare a tutte le Associazioni Venatorie, riconosciute e non , di fare squadra ed in modo unitario richiedere ai Ministri competenti un incontro che dia l’avvio all’armonizzazione della 157/92, un cambiamento di passo senza il quale ne subiremmo tutti le conseguenze. Che ognuno faccia il proprio dovere ad ogni costo".