Il consigliere regionale
Alessandro Sala in una nota commenta negativamente le due delibere
adottate venerdì 20 giugno dalla Giunta lombarda in materia di deroghe. "La prima deliberazione - spiega Sala - consente l’apertura nelle province lombarde dei roccoli, la conseguente cattura dei richiami vivi e la loro cessione gratuita ai cacciatori da appostamento. Invero i roccoli riaprono solo perché è stato promesso alla Commissione europea ed ad Ispra che nel 2017 saranno chiusi in via definitiva. Patto scellerato, che si fonda tra l’altro su una interpretazione giuridicamente improponibile della Direttiva Comunitaria Uccelli laddove all’art.9 regola appunto il regime di deroga. La deroga, infatti, null’altro è se non un’eccezione alla regola, che nella fattispecie vieta la cattura degli uccelli con reti, regola che nel bene e nel male è soggetta ad un valutazione annuale della sua proponibilità e fattibilità. Conseguentemente , così come non è possibile affermare con certezza che le catture dei richiami proseguiranno anche nel 2015 e nel 2016 se pur in quantitativi ridotti, altrettanto non si può fin da oggi stabilire che nel 2017 saranno in assoluto vietate, ponendosi per esempio la necessità di rinsanguare il patrimonio di richiami in possesso dei cacciatori. A meno che - sottolinea Sala - tutto ciò abbia come fine, per la verità neppure troppo celato, quello di sopprimere la caccia con l’uso dei richiami vivi".
Sala si chiede a cosa sia servita finora la messa in atto della banca dati dei richiami di allevamento e di cattura visto che uno degli obbiettivi era appunto quello del superamento delle condizioni europee che sovrintendono alla possibilità di autorizzare le deroghe per le cattura. Alla base anche l'idea di sostituire a breve i richiami di cattura con quelli allevati in cattività. "Non serve essere un esperto ornitologo - sottolinea il consigliere - per sapere che per alcune specie come cesena e tordo sassello, ciò è molto improbabile. La delibera contiene degli errori sospetti, come non aver fatto cenno al fatto che la legge regionale 26/93 all’art.7 comma 2 dispone che il gestore dell'impianto di cattura possa avvalersi anche di collaboratori abilitati a svolgere tale ruolo dalla Provincia stessa. Altrettanto grave, anche perché del tutto falso - aggiunge Sala -, il presupposto circa il calcolo della limitata quantità di richiami che potranno essere catturati, fondato sul disposto della legge nazionale 157 che all’art. 5 comma 2 fisserebbe in 40, di cui 10 per specie, il numero massimo dei richiami di cattura e di allevamento detenibili da ogni cacciatore. Peccato che tale limite è stabilito dal legislatore nazionale solo per i richiami di cattura.
Niente di buono per Sala anche sulla delibera che concerne il prelievo in deroga di 10 mila esemplari della specie storno, ai fini di prevenire gravi danni alle colture agricole. Ne saranno autorizzati 100 cacciatori lombardi e lo potranno fare nei vigneti, uliveti e frutteti in presenza del frutto pendente o in prossimità degli stessi per un raggio di cento metri, da appostamento e senza l’uso di richiami e dopo aver provato ad utilizzare metodi incruenti di dissuasione come cannoncini, reti o nastri colorati. Il disposto per Sala non merita commento. Il consigliere fa presente che in tutti gli Stati dell’area mediterranea dal giugno 1994, così come in quei paesi che hanno aderito all’Ue in un secondo tempo, lo storno è cacciabili in via ordinaria senza ricorrere all’esercizio di deroga.
Infine un breve cenno alla mancata predisposizione ed adozione della delibera per il prelievo a fini venatori del fringuello. "Innanzitutto mi riesce difficile comprendere perché nella richiesta che la Regione a fine aprile ha rivolto ad Ispra, sia stato chiesto l’assenso solo per il fringuello e non per altre specie, come ha fatto il vicino Veneto. Scontato il parere negativo di Ispra circa la piccola quantità cacciabile, tenuto conto che da dieci anni a questa parte si rifiuta di fornire tale dato. Eppure, stranezza tutta italiana, continua ad essere l’organo ufficiale di supporto alle Regioni e alle Provincie in tema di caccia. Mi sarei aspettato - conclude Sala - che la Giunta con un atto di coraggio adottasse comunque un delibera per il prelievo in deroga di fringuello, peppola e storno utilizzando i dati della lettura scientificainternazionale in materia e che davanti ad una eventuale bocciatura da parte dei giudici amministrativi, decidesse una volta per tutte di ricorrere al tribunale della Corte di giustizia europea per porre fine ad un balletto di attese e di promesse sussurate a bassa voce, e raramente mantenute, di cui il mondo venatorio è giustamente stanco. Ed io con esso".