Non basta che l'eccessiva proliferazione di un predatore come la volpe stia causando il declino della piccola selvaggina e nemmeno che ciò determini un aumento del rischio di diffusione di malattie come la rogna, figuriamoci poi se gli animalisti si preoccupano dei danni a pollai e allevamenti. Per l'Enpa è inconcepibile aprire i contenimenti previsti da prossimi piani di abbattimento, che la Provincia di Biella intende approvare nei prossimi giorni. L'associazione ha già annunciato un ricorso al Tar, se qualcuno sarà autorizzato ad imbracciare il fucile.
A spiegare la situazione e le ragioni degli interventi chiare a tutti fuorchè a chi si oppone per questioni morali all'abbattimento di qualsiasi animale, è Luca Sala direttore dell'Asl veterinaria di Biella. “Anche nel Biellese i falchi e grandi rapaci sono in forte diminuzione, fatto questo che consente alle volpi di crescere incontrollatamente. Il risultato è un equilibrio sbilanciato che porta ad avere sempre meno piccoli animali selvatici che rischiano oltretutto di scomparire. A livello veterinario questo proliferare incrementa il dilagare di alcune patologie piuttosto gravi come la rogna e alcuni tipi di parassiti. A questo si aggiungono i danni causati ai contadini”.
“Ora un piano caccia non c'è, ma il problema delle volpi va affrontato piuttosto velocemente - aggiunge Giorgio Saracco, responsabile provinciale del settore agricolo - La nostra società ha incrementato il loro sviluppo visto che le volpi vivono, crescono e prolificano principalmente vicino alle discariche o dove ci sono rifiuti abbandonati. Ora si tratta di capire se ucciderle sia la soluzione più opportuna per arginare i danni".
Altro problema, correlato al degrado ambientale delle nostre periferie è la proliferazione dei corvi, che colonizzano ogni ambiente distruggendo coltivazioni e piccoli di altre specie. "La popolazione selvatica è cambiata notevolmente in questi anni - conclude Giorgio Macchieraldo, responsabile dell'Associazione contadini biellesi - Probabilmente c'è più disponibilità di cibo (tra orti e rifiuti) e sia le volpi che i corvi si riproducono a una velocità impressionante. Credo che l'unica soluzione possibile sia dar vita al più presto a un nuovo Piano abbattimento sia per entrambe le specie".
(La Stampa)