In mezzo alle polemiche per l'approvazione del provvedimento lombardo che consente la cattura di uccelli da richiamo ad uso caccia per la prossima stagione venatoria, si leggono sul web anche le dichiarazioni di Piero Genovesi, tecnico di punta dell'Istituto ministeriale, che giustifica così il parere favorevole dato dall'Ispra: "noi siamo contrari alla cattura di uccelli da utilizzare a fini di richiamo, perché questa attività contravviene alle disposizioni della Direttiva Uccelli, come anche confermato dalla Commissione Europea”.
“Il nostro - spiega Genovesi - è un parere tecnico che non ha valore giuridico o legislativo. Consideriamo comunque positivo l’impegno preso dalla Lombardia di sospendere completamente la cattura di uccelli a fini di richiamo entro il 2017 e di realizzare una banca dati in grado di assicurare un efficace controllo sulla detenzione di uccelli a fini di richiamo”.
In questo modo Genovesi ammette la duplice natura dell'Ispra: da una parte l'ente scientifico che si attiene ai dati oggettivi e dall'altra una sorta di succursale del Ministero dell'Ambiente, che quando si tratta di caccia fa scelte molto restrittive rispetto a ciò che realmente chiede l'Europa nelle sue Direttive. Non è del tutto vero che la Direttiva Uccelli non consente la cattura degli uccelli. Che sia una pratica ampliamente prevista e applicata (in deroga, anche in modo continuativo) lo dimostra quello che avviene al di fuori dei confini nazionali, in molti altri paesi in cui la caccia non è vista come un ostacolo da abbattere.