La sezione savonese della Federazione Italiana della Caccia sulla stampa risponde alle accuse dell’Enpa, in seguito al ritrovamento, sulle alture delle Manie, di tre lacci disposti sui passaggi abituali degli animali selvatici verso le pozze d’acqua. A far andare su tutte le furie l'associazione venatoria è stata questo intervento: “Purtroppo il mondo politico, a parte qualche eccezione personale, è insensibile alle tematiche ed alle problematiche animaliste, ne è prova la recente approvazione di una leggina al Senato che consente l’uso di richiami vivi per la caccia; si tratta di poveri uccellini allevati e cresciuti in piccolissime gabbie al buio, che vedono la luce soltanto durante la caccia, per farli cantare ed attirare altri volatili davanti ai fucili del cacciatore”.
Federcaccia Savona risponde per le rime: “Ogni qualvolta vengono scoperti e smascherati i deprecabili episodi di bracconaggio talune associazioni animaliste non fanno altro che accostare tali fenomeni, che peraltro la Federcaccia ha sempre fermamente perseguito con le proprie Guardie Venatorie Volontarie e condannato in tutte le sedi, alla regolare attività venatoria regolarmente autorizzata ed ancor più giustificata da rilievi scientifici comprovati e riconosciuti a livello internazionale, praticata da cacciatori dal comportamento irreprensibile, consapevole e responsabile”.
“Pertanto – proseguono – questa mirata strumentalizzazione da parte degli animalisti intesa ad accomunare i colpevoli di reati penali ai regolari cacciatori in qualità di onesti cittadini non porta alcun beneficio per la società e per i lettori in genere che acquisiscono spesso, loro malgrado, notizie volutamente viziate a discredito del mondo venatorio”. “Analogamente per quanto riguarda i deplorevoli maltrattamenti subiti dagli animali, la Federcaccia tiene a precisare che non possono essere minimamente equiparati alla legittima e regolare detenzione dei richiami vivi che vengono allevati e curati amorevolmente dai proprietari”, concludono dalla Federazione.