Apprendiamo dalla stampa locale che l'Enpa piacentina sta valutando un ricorso al Tar “purtroppo sempre con esiti incerti e con notevoli costi”, contro i provvedimenti di contenimento di volpi, daini e nutrie, predisposti a tutela degli ecosistemi e delle produzioni rurali. L'associazione se la prende anche con Ispra, accusato di ratificare “autorizzazioni senza verificare che le prescrizioni siano state rispettate”.
Riguardo alle volpi, la provincia sta per riapprovare il piano di abbattimento, inspiegabilmente sospeso dopo la presentazione di 11 mila firme animaliste, anche se, come oggi, c'era già il parere favorevole dell'istituto ministeriale. Per i daini e caprioli è stato deciso il prelievo di 1360 esemplari. Contro le nutrie è invece in vigore un disciplinare che prevede gli abbattimenti da parte di operatori autorizzati e controllati dalle guardie provinciali.
Sempre sulle nutrie, per far capire qual'è l'approccio di Enpa al problema, segnaliamo che qualche tempo fa il portavoce del Coordinamento protezionistico Veneto (che oltre ad Enpa riunisce Wwf, Lipu e altre sigle protezioniste), Renzo Rizzi ha proposto di introdurre la volpe a parco Querini per fare in modo, evidentemente, che queste si mangino le nutrie. Chissà come mai nessuno ci aveva pensato prima... La genialata di Rizzi si giustifica così: “solo la natura può riequilibrare i danni combinati dall'uomo, anche in caso di nutrie”. “Chi le conosce da vicino – dice Rizzi - non può che constatare che sono proprio degli animali simpatici, capaci di socializzare con gli uomini”. Bene, quindi perché farle sbranare dalle volpi? Un colpo di fucile non è forse meglio? Introdurre la volpe che già è considerata un problema poi, vi pare una soluzione?