In tema di difesa delle cacce tradizionali, la Confederazione dei Cacciatori Toscani si mobilita affinché l'azione intrapresa sul piano nazionale dalle associazioni venatorie abbia un buon esito, ricordando che è in corso una raccolta firme che mira a promuovere una migliore conoscenza della pratica dei richiami vivi e delle altre tradizioni venatorie. Un'azione più che mai urgente dopo la pubblicazione del Decreto legge 91 del 24 giugno che mina la tradizione del capanno, visto che modifica la legge 157/92 peggiorando il testo già approvato alla Camera che – sottolinea CCT - conteneva soluzioni in linea con le direttive comunitarie, superando indebite pressioni e posizioniabolizioniste grazie anche all’impegno ed alle proposte concrete delle Associazioni Venatorie.
Le Associazioni Venatorie - fa presente CCT - sono adesso al lavoro, verso le forze politiche e i rappresentanti del Governo, con proposte puntuali e interamente all’interno delle norme e direttive comunitarie, per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio interpretativo sul tema delle quantità dei richiami vivi detenibili; nello specifico per assicurare certezza e continuità nel trattamento del tema della detenzione dei richiami vivi da allevamento.
Federcaccia, Arcicaccia e Anuu, Associazioni aderenti alla Confederazione dei Cacciatori Toscani sono mobilitate affinché l’azione intrapresa dalle Associazioni Venatorie sul piano nazionale sortisca un esito positivo ed in sede di conversione del decreto siano accolte le sacrosante richieste dei cacciatori.