E' tornato più avvelenato che mai. L'ex Ministro all'Ambiente Pecoraro Scanio, che i cacciatori devono già ringraziare per le imposizioni anticaccia nelle aree Natura 2000, grazie ad un decreto che porta ancora il suo nome, e per aver fermato all'epoca del suo mandato ministeriale la richiesta italiana per l'inserimento dello storno fra le specie cacciabili, ha deciso di riprendere la sua crociata contro la caccia.
Sua infatti l'ennesima petizione contro l'uso dei richiami vivi, pubblicata sul sito Change.org. L'appello dell'ex Ministro, ancora implicato in una inchiesta giudiziaria per finanziamento illecito ai partiti (per la presunta concessione di appalti ed incarichi di consulenza in cambio di viaggi e voli in elicottero), è infarcita delle solite falsità, che nulla hanno a che fare con la detenzione regolata degli uccelli.
I richiami infatti secondo Pecoraro Scanio vivrebbero “una vita di torture e crudeltà: buio, prigionia, sevizie”. La petizione (che conta più di 30 mila firme) ha lo scopo di influenzare i senatori durante la procedura per la conversione in legge del decreto 91, a loro si chiede di modificare il decreto per chiudere per sempre la cattura e l'uso dei richiami vivi.
Ricordiamo che è attiva anche una raccolta firme a sostegno dei richiami vivi. Il modulo
scaricabile in pdf, va compilato e consegnato alle associazioni venatorie di riferimento.
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