Le specie “aliene” come gli scoiattoli grigi o le nutrie sono causa diretta del declino di quelle autoctone. Motivo per cui l'Italia, su sollecitazione europea, che sta predisponendo un'apposita piattaforma per responsabilizzare i paesi membri su questo tema, sta correndo ai ripari. L'obbiettivo è quello di metterci una pezza prima che davvero sia troppo tardi, prima che l'Europa ci multi pesantemente, per esempio per non aver fatto abbastanza per salvare lo scoiattolo rosso, specie autoctona e minacciata da quella grigia.
Nel discusso Decreto 91 c'è infatti anche un provvedimento che mira a togliere le patate dal fuoco agli enti locali e impone finalmente alle Regioni il contenimento e l'eradicazione di specie alloctone, introdotte per errore o liberate dai cittadini in natura (quest'ultimo è il caso dei pappagalli parrocchetti e delle tartarughe d'acqua). Il che significherebbe mettere la parola fine alle ingerenze del mondo cosiddetto ambientalista che hanno portato finora a continue sospensioni delle delibere provinciali e comunali, anche se basate su circostanziati programmi di ripristino ambientale (per colpa di politici un po' troppo sensibili al peso, in termini di voti, della parte animalista del paese).
La Lav, che insieme alle altre associazioni animaliste si scandalizza quando si profila un'infrazione comunitaria sul fronte caccia ma allo stesso tempo sembra non interessarsi del fatto che altre infrazioni possono generarsi a causa del totale mancato controllo sulla fauna, è già scesa in campo a difesa di Cip e Ciop (una connotazione Disneyana pare sia fondamentale per convincere i cittadini a mobilitarsi) e delle altre specie invasive, rimanendo per altro indifferente alla sorte di quelle autoctone.
In una nota invita a dare battaglia al governo, scrivendo una mail ai Senatori in vista del voto sulla conversione in legge del Decreto 91. “Chiediamo con tutte le nostre forze di fermare questa strage e di dare il via libera invece alla prevenzione e agli interventi non cruenti, perché vogliamo che sia difesa la vita degli animali selvatici, tutti”. La Lav quindi, propone di riequilibrare l'ecosisema senza torcere un pelo ad alcun animale. Ovviamente scendere nel dettaglio dei cosiddetti “metodi alternativi” caldamente consigliati, sarebbe troppo.
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