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News CacciaRichiami vivi, ancora bugie per screditare i cacciatori giovedì 24 luglio 2014 | | Sbraitano, convintamente scandalizzati, i nostri “nemici” dichiarati. Hanno serrato le fila fino all'ultimo Lipu + D'Amico, tramite Repubblica e Huffington Post, scomodando tra l'altro anche un illustre scrittore americano e non hanno ottenuto nulla. Evidentemente non è bastato raccontare bugie sui richiami vivi, non sono bastate nemmeno le oltre cento mila firme (davvero facile ottenerle dicendo che i cacciatori sono, letteralmente, dei barbari che accecano e mutilano i loro richiami, facendo credere slealmente che sia questa una prassi legalizzata).
Bugie che l'opinionista anticaccia di Repubblica (D'Amico), continua a scrivere, in spregio all'evidenza dei fatti. "L'opinione pubblica contraria all'orrore dei richiami vivi, uccellini selvatici catturati (quando non allevati), spesso accecati e costretti a malvagia reclusione per attrarre in trappola col canto i propri simili, illegalmente secondo l'UE che ha aperto contro il nostro Paese una procedura d'infrazione, è stata calpestata" scrive ancora oggi. L'infrazione europea è stata in realtà risolta e i comportamenti descritti dalla giornalista sono del tutto illegali. Non si capisce dunque cosa c'entrano con la detenzione regolata di uccelli da richiamo e con le catture in deroga.
Che i tentativi di eliminare del tutto l'utilizzo di richiami vivi a caccia sarebbero stati vani lo si è capito qualche giorno fa, quando il capogruppo del PD nella Commissione Ambiente, Massimo Caleo, ha fatto capire che tutti quegli appelli non avrebbero sortito alcun risultato. Si è limitato ad osservare che le informazioni circolate fino a quel momento provenienti per lo più dalle associazione animaliste non erano corrette, visto che le stesse, “non solo solo vorrebbero l’abolizione dei richiami vivi, ma ovviamente desidererebbero che ogni attività venatoria fosse dichiarata illegale e quindi impedita”.
Proprio Caleo infatti è l'autore dell'emendamento approvato con 22 voti a favore e 18 contrari, che corregge la boutade del Ministro Galletti (o di qualche funzionario ministeriale inbeccato dagli animalisti). Non solo, il Decreto limita a 5 il munizionamento delle carabine semiatomatiche (e non più a 2) e finalmente introduce ragionamenti sensati sulle specie alloctone, prevedendo – come richiesto dall'Europa, la quale impone una strategia di contenimento – che la nutria esca dalle specie protette e possa essere abbattuta in quanto specie invasiva e dannosa.
E' ancora Caleo, dopo il voto e dopo i comunicati inorriditi delle associazioni animal-ambientaliste, a ribadire il concetto, mandando in frantumi il sogno di un Pd animalista, come ha sperato fino all'ultimo Zanoni in combutta con la senatrice Cirinnà. "Su tutte le norme che riguardano gli animali contenute nel decreto competitività – dice infatti Caleo- crediamo che si pratichi troppa ideologia”. Di qui l'appello a considerare le questioni con più responsabilità e serenità. Sono settimane, per non dire anni, che le associazioni venatorie dicono le stesse identiche cose. Siamo felici che anche il Pd abbia cambiato passo. Ora i vari Zanoni, Cirinnà, Granaiola, e Amati, saranno in cerca di una nuova casa? Qualcuno li adotti! | Leggi tutte le news | |
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