In relazione alle polemiche sorte in Umbria, la federazione sportiva Fitarco ha criticato la scelta di abilitare gli arcieri cacciatori alla pratica venatoria con l'uso dell'arco. Niente di strano secondo Aica (Associazione Italiana Cacciatori d'Arco), settoriale specifica in materia di caccia con l'arco, riconosciuta ufficialmente da Federcaccia dal 2006. "Un'espressione di intenti naturale e doverosa - scrive Aica - , da parte di un'associazione sportiva iscritta al CONI.
"Lo sport e la caccia - sottolinea Aica - non possono avere punti d'incontro, ed è doveroso che sia così! Anche volendo, FITARCO non ha le competenze per conferire alcuna idoneità alla caccia. A nessuno! La figura preposta a tale responsabilità, vista l'importanza del ruolo, dovrà essere individuata ed incaricata dall'organo competente che cura la formazione dei selecontrollori che sceglieranno l'uso dell'arco, accertando che l'esaminatore sia in primis un esperto cacciatore; in possesso di regolare licenza di caccia in corso di validità ed in possesso, altresì, dell'abilitazione da selecontrollore. Eventuale ulteriore competenza tecnica, ma assolutamente non vincolante, che sia istruttore di tiro con l'arco riconosciuto esclusivamente dalla Fiarc (Federazione Italiana Arcieri Campagna), che ha esperienza diretta nel tiro di simulazione di caccia".
"Aica pertanto - conclude la nota - condivide a pieno la posizione di Fitarco, sottolineando la necessità che tale federazione sportiva debba rimanere totalmente distaccata, vista l'incompatibilità, dal mondo venatorio".