Il Tar del Friuli Venezia Giulia ha dato ragione agli animalisti (Lac) e bloccato il programma per l'abbattimento dei cinghiali. I giudici hanno disposto l'annullamento del provvedimento di deroga che prevedeva l'ausilio dei cacciatori per il prelievo di 85 cinghiali complessivi da suddividere, a seconda della presenza e della opportunità di prelievo tra i Comuni della provincia, con la specificazione che al raggiungimento di risultati positivi era possibile, su richiesta, una sola integrazione del contingente sino ad un massimo complessivo di 150 esemplari e si autorizzavano ad attuare detti i piani gli agenti di vigilanza ittico venatoria della Provincia di Pordenone.
"Ciò crea un potenziale problema. E non di poco conto", sottolinea Mara Cernic, vicepresidente dell’ente intermedio. La quale, nei giorni, scorsi ha convocato il tavolo con le associazioni e i presidenti dei distretti di Collio e Carso. "La semplifico al massimo: la sentenza del Tar dice che i prelievi in deroga non possono essere effettuati da altri se non dalle guardie provinciali. Il nostro ente, negli anni, ha abilitato diversi cacciatori per affrontare al meglio il problema dei cinghiali. Ebbene: questa sentenza rimette tutto in discussione".
La Cernic invita la Regione ad approvare nel più breve tempo possibile il Piano faunistico regionale. "Il Piano prevede che in pianura non debbano esserci gli ungulati mentre in collina è consentita la loro presenza in numeri molto bassi. Soltanto così riusciremo a venire a capo di un problema annoso e che si ripresenta mese dopo mese e settimana dopo settimana in maniera sempre più pressante. In questa maniera, poi, verrebbe anche superata la sentenza del Tar".
(Il Piccolo)