E' iniziata alla Camera la discussione generale del Dl competitività, verso la conversione in legge. Durante il lungo dibattito, che ha coinvolto moltissimi temi, qualcuno ha parlato anche di caccia. Da segnalare, in negativo, viste le inesattezze reiterate fin dalla discussione in Senato, l'intervento di Paolo Parentela (M5S) e di Serena Pellegrino di Sel.
Entrambi hanno portato le posizioni delle associazioni animaliste. Dal loro punto di vista quindi, pessimo lavoro sui richiami vivi e su caccia di selezione anche sulla neve. Male, anzi malissimo anche il
declassamento della nutria, non più protetta quando il decreto entrerà in vigore. Anche se suonerà assurdo per i cacciatori che leggono, il deputato di Sel ha definito il provvedimento,
un "inchino alle lobby dei cacciatori", come se lo sparo alla nutria fosse cosa ambita dal mondo venatorio. Citate le "
efficacissime alternative" al contenimento diretto, che sarebbero, secondo la deputata di Sel, trappolaggio e sterilizzazione. Quanto ai danni (e alle responsabilità delle tane nel cedimento degli argini), secondo Parentela si tratta di pura invenzione, per coprire altre responsabilità. Che poi una recente relazione scientifica abbia certificato il coinvolgimento diretto dei roditori (alluvione di Modena del gennaio scorso), poco importa.
Solita solfa anche sui richiami vivi, migliaia di piccoli uccelli migratori che per la Pellegrino sarebbero tenuti sistematicamente in pessime condizioni igieniche, ammalati, bombardati di ormoni e accecati per attirare meglio i propri simili. Basterebbe un minimo di logica per capire che richiami così non vivrebbero nemmeno una stagione. Ma Sel punta tutto sul melodramma, e la deputata chiude con un'invettiva al governo: "Siete in mano alle lobby arcaiche e retrograde degli sparatori!".
Alle 18 è atteso il voto sulle questioni pregiudiziali poste da tutti i gruppi di opposizione. E' probabile che, successivamente, il Governo ponga la questione di fiducia sul provvedimento, che dovrebbe poi tornare al Senato.
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