In una nota congiunta l
'AIW (Associazione Italiana per la Wilderness), l'Atc Frosinone 1 e Urca Frosinone, criticano le scelte a protezione dell'orso marsicano adottate nel
calendario venatorio del Lazio. "Il Presidente Zingaretti, grazie anche all’indifferenza dei consiglieri regionali ciociari verso i cacciatori e chiaramente male informato, ma, ancora peggio, mal consigliato dalla dirigenza regionale ambientalista ed anticaccia cui ha, di fatto, affidato la gestione della caccia nel Lazio - scrive - , se ne è inventata una nuova:
penalizzare i cacciatori limitando la caccia al cinghiale sulla base di una supposta presenza stabile dell’orso sui Monti Ernici (mentre tre anni fa ci fu solo un isolato episodio di erratismo tra i confinanti Monti Simbruini e gli Ernici)".
"Ovvero - continua - , colpendo l’unica categoria che non ha responsabilità alcuna della riduzione del numero di orsi (
mai un caso di uccisione da attività venatoria nell’ultimo secolo!), né in quella delle cause che stanno spingendo l’animale ad allontanarsi sempre più dall’unica area protetta istituita a sua protezione: il Parco d’Abruzzo, dove, caso mai, sono anche la competizione con i cervi e cinghiali ed il disturbo turistico a farlo fuggire. In pratica, grazie anche ad una consigliere regionale verde di Lega Ambiente notoriamente anticaccia si punta invece ad istituire un altro carrozzone, il
“Parco degli Ernici”: così i cinghiali ed i cervi prolifereranno indisturbati ed il turismo dominerà ovunque! Ovvero, si vuole innescare anche negli Ernici quei processi che stanno portando all’estinzione l’orso marsicano nel Parco Nazionale d’Abruzzo!".
La nota critica anche le associazioni venatorie, che - dice - hanno firmato "un discutibile patto" con l'amministrazione, senza sentire la base locale, punitivo per li cacciatori che "quest’anno potranno praticare solo in forma ridotta la caccia al cinghiale (fondamentale per ridurne il numero dell’animale più competitivo con l’orso sul piano alimentare!). Poi riferendosi di nuovo a Zingaretti: "con questo provvedimento egli ha semplicemente dato soddisfazione a quegli ambientalisti abituali frequentatori della dirigenza regionale anticaccia, cui è stata affidata da questo governo regionale l’amministrazione di tutta l’attività venatoria nel Lazio e la politica pro-Parchi che la Regione Lazio sta portando avanti".