Barbara Mazzali è ormai un nome noto per i cacciatori italiani che frequentano il web. Mantovana, libera professionista, diverse esperienze politiche alle spalle, è anche tiratrice (fossa olimpica, skeet e trap) e convinta sostenitrice della caccia. Con il comitato “Orgoglio Venatorio” ha partecipato al presidio Ispra ad Ozzano nell'Emilia ed era con la delegazione ricevuta lunedì scorso da Genovesi. Su facebook è seguitissima da un vasto pubblico di cacciatori, con cui sta costruendo un dialogo diretto e propositivo.
Le chiediamo per “Amiche di BigHunter”, come la caccia è entrata a far parte della sua vita. “Oltre al battesimo con mio padre e mio nonno – risponde - , ho sempre frequentato l'armeria di famiglia e sono cresciuta praticamente circondata da appassionati delle caccia. Il destino poi mi ha portato per 3 anni ad essere il capo segreteria del Senatore Valerio Carrara- responsabile dipartimento caccia”. “La caccia – continua poi - non è sport ma passione, sin da piccola ho accompagnato mio padre armiere, nelle pianure padane con i suoi setter inglesi, ed è vivendo con lui l'emozione di una ferma su starne o su beccaccini che solo a parlarne mi vengono brividi, e ricordo la palpitazione nell'attesa del frullo di questi selvatici. Solo chi è cacciatore e vive il territorio può comprendermi, non sicuramente quelli che io chiamo "metropolitani" che non vivono l'ambiente e la natura,come chi va a caccia. Tutte le forme di caccia meritano la stessa considerazione così come chi le pratica. Ultimamente queste emozioni sono riuscita a riviverle sentendomi nuovamente coinvolta,quando un caro amico al telefono, deluso e amareggiato da certi comportamenti anticaccia, mi ha gridato : "facciamo la giornata dell'orgoglio venatorio", nelle sue parole ho ritrovato, quel senso identitario e quello stile di vita espressione del sentimento della base dei cacciatori italiani e di mio padre e mio nonno. A casa mia tra armi e selvaggina echeggiava questa frase. "La caccia è virtù e libertà". Virtù per le doti di chi la pratica e libertà nell'espressione di tutte le sue forme nel rispetto delle Leggi e delle tradizioni ad essa collegate.
I cacciatori secondo Barbara dovrebbero sentirsi più uniti dalla loro comune passione. “Partendo dalle associazioni venatorie – sottolinea - che, mettendo da parte le singole diversità e sigle si dovrebbero riunire in un'unica entità associativa. Ho imparato che il fin da piccola che il cacciatore è il vero custode dell'ambiente e l'unica sentinella della natura, amante del vivere all'aria aperta, del mangiar bene specialmente dopo una battuta di caccia con gli amici. Il cacciatore combatte il bracconaggio, rispetta e vuole essere rispettato è fiero ed orgoglioso di esserlo”.
Chiediamo a Barbara se la caccia può contribuire positivamente alla risoluzione dei problemi della società e dell'ambiente. “Assolutamente si – risponde - , non si dimentichi che la caccia genera 1% di pil nazionale, sostenta migliaia di famiglie legate all'indotto,ma sopratutto attraverso i censimenti ed il prelievo venatorio, la caccia aiuta al contenimento di alcune specie,ungulati in particolare ma sopratutto con il controllo di volpi, corvidi, nutrie, piccioni si esercita una funzione sociale e di prevenzione alle malattie, come nel caso della rabbia silvestre. Molti piatti della cucina tradizionale italiana sono a base di selvaggina e cacciagione e sono un vanto della gastronomia italiana”.
Un'ultima considerazione, più ampia, sul proprio impegno personale. “La caccia nasce con l'uomo, si tramanda da generazioni,da millenni. La caccia è un'arte ed una cultura che mette l'uomo a contatto con la natura. Qualcuno in Italia vorrebbe cancellarla e vietarne la pratica, io mi batterò con tutti i mezzi e le armi in mio possesso affinché questa ideologia che mette al centro l'animale rispetto all'uomo non abbia il sopravvento, ma vinca la ragione ed il buon senso prevalere rispetto a questa forma di neopaganesimo. Per questo, insieme al mio mentore sto pensando di fondare un'entità, lontano dai Partiti e dalle Associazioni a salvaguardia dei valori e dell'identità del mondo venatorio”. |