Esprimendo il proprio dissenso per il calendario venatorio, Fidc Lazio chiede all’assessore e alla giunta regionale risposte certe e immediate per i cacciatori minacciando, insieme alle associazioni consorelle, "iniziative eclatanti nei confronti della Regione, come accaduto lo scorso anno". "Anche quest’anno la Regione Lazio prima annuncia un calendario e poi ce ne propina un altro - sottolinea Fidc Lazio - , accogliendo - non si sa bene perché – delle presunte limitazioni insindacabili dell’Ispra. Malgrado la giurisprudenza parli diversamente – si vedano le varie sentenze del Tar - le indicazioni dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sono percepite dalla Regione Lazio come dogmi incontestabili".
"E così - continua Fidc - , mentre l’assessore quest’anno ha ritenuto opportuno ascoltare il parere del mondo venatorio in un solo incontro durato appena due ore – un fatto unico in tutto il Paese –, durante il quale ci aveva parlato di un calendario omogeneo con il centro Italia, in particolare con Umbria e Toscana, il risultato finale è ben diverso: sparita ancora una volta la preapertura, sparite anche le due giornate addizionali da appostamento per ogni settimana durante ottobre e novembre, ridotto il carniere stagionale per il beccaccino nonostante l’Ispra non si sia espressa in merito, e nonostante la specie sia data in espansione dagli studi europei e, infine, stagione accorciata per la beccaccia al 20 di gennaio anziché al 31, come avviene nelle regioni limitrofe alla nostra. Alla faccia dell’omogeneità, dell’interscambio, dei dati scientifici e del rispetto per il nostro mondo e per le tasse di concessione che puntualmente paga".
"Tanto per fare un esempio - continua la nota firmata dal presidente di Federcaccia Lazio, Aldo Pompetti -, con l’assessore si era parlato, inizialmente, di due giornate di preapertura, il 1 e il 7 settembre, che ovviamente non sono state inserite nel calendario. Ricordo all’assessore regionale che nella vicina Umbria i cacciatori potranno usufruire di tre giornate di preapertura, il primo e il 7 settembre da appostamento e il 14 alla quaglia con il cane. Ci chiediamo: come mai in Umbria ciò è stato possibile mentre nel Lazio no? Eppure anche il calendario umbro ha ricevuto il parere dell’Ispra. Ricordo al nostro assessore che in Umbria non governano i talebani, ma una giunta identica a quella del Lazio per colore e composizione, con la differenza sostanziale che i dati scientifici forniti dalle associazioni venatorie, insieme ai key-concepts europei, vengono analizzati e utilizzati per quelli che sono, senza ulteriori, inutili limitazioni – forse ideologiche? – nei confronti del nostro mondo".
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