Forti del contributo portato a protezione della beccaccia (il progetto “Ali regali” ha portato alla raccolta obbligatoria in Abruzzo delle ali dei capi abbattuti per lo studio della specie), Francesco Petrella, vice-presidente nazionale dell’associazione “Amici di Scolopax. onlus” ed Angelo Pessolano, presidente provinciale ARCI Caccia Chieti (nonchè membro del comitato di gestione dell’ATC Vastese con delega quale responsabile della commissione alati e responsabile del progetto scolopax overland) hanno scritto all'assessore regionale alla caccia dell'Abruzzo, Dino Pepe, per protestare contro la disposizione inserita nel nuovo calendario venatorio con la quale si limita il prelievo a gennaio ai soli cacciatori che abbiano partecipato ai corsi di monitoratore Ispra.
“Ci permetta di informarla – dicono Petrella e Pessolano - che questo è quanto di più errato potesse fare il suo assessorato. Non capiamo se si è trattata di leggerezza o di malafede (non ascrivibile alla Sua persona perché appena nominata), ma in questo modo Lei si espone ad un sicuro ricorso da parte di tutte le associazioni venatorie anche alla luce dei risultati positivi avuti nei ricorsi degli anni scorsi. Le ricordiamo che tutt’ora pende un ricorso della provincia di L’Aquila davanti al Presidente della Repubblica sulla legittimità di tali corsi, la informiamo altresì che, grazie anche al lavoro dell’associazione Amici di Scolopax la Commissione Europea ha tolto la beccaccia dalle specie a rischio definendola “stabile”. Ci permettiamo ancora di ricordarle che quanto affermato dall’ISPRA sui periodi di migrazione pre-nuziale è smentito dalle nostre ricerche di telemetria satellitare convalidate dall’università e smentito anche dalla stessa commissione europea che introduce deroghe con le famose decadi di sovrapposizione”.
"Perché dunque - continua la lettera - inserire tale obbligo? Come lo spiegherà ai circa 200 corsisti Teramani che non si sono visti riconoscere il corso che hanno frequentato? Perché accettare quanto indicato dall’ISPRA quando la sentenza del TAR Lazio del febbraio scorso dice chiaramente che in presenza di dati scientifici ci si può discostare legittimamente da quanto indicato dall’ISPRA che dichiara ufficialmente di non avere dati? Perché fare questo in Abruzzo quando nessuna delle regioni Italiane ha proposto un calendario così restrittivo? E come spiegherà ai cacciatori che per vari motivi non hanno potuto frequentare i corsi che non possono cacciare a gennaio? Perché vuole arrivare ad un scontro davanti al TAR con le associazioni venatorie che si vedono costrette ad intervenire?".
"Tenga presente - spiegano i due beccacciai - che l’associazione Amici di Scolopax ha a disposizione una banca dati sulla beccaccia decennale, che consta di migliaia di campioni di beccaccia che ci sono stati consegnati dai cacciatori di tutta Italia ed anche abruzzesi, mentre i dati Ispra si riferiscono a dati su pochi campioni estrapolati da quanto pubblicato da Bird Life diversi anni fa. Ribadiamo che la stessa Commissione Europea è tornata sui suoi passi di fronte all’evidenza scientifica. Inoltre Amici di Scolopax ha equipaggiato ben 20 beccacce con i trasmettitori satellitari che seguono le beccacce durante i loro voli di migrazione, ed altri ne equipaggerà in futuro riuscendo a dimostrare scientificamente quello che gli altri sostengono empiricamente e spesso smentendo tali allusioni".
Infine un'annotazione anche sulla caccia alla coturnice, per la cui conservazione è stato vietato il transito di automezzi con cani ed armi a bordo in tutti i distretti di gestione della specie. "Questo significa - dicono i firmatari della lettera - la fine della caccia in montagna, non si potranno più cacciare, non solo le coturnici, ma anche le lepri, le starne e i cinghiali. Immagini Lei come faranno i cacciatori più anziani o quelli non in perfetta forma ad affrontare ore di salita e poi cacciare, immagini cosa succederebbe a queste persone se sono sorprese da una bufera in alta quota, se qualcuno dovesse stare male, se qualcuno devesse perdere i cani".
"Il suo calendario - concludono Petrella e Pessolano - è illegittimo e si presta ad una impugnativa da parte delle Associazioni venatorie. Le chiediamo quindi un ripensamento, mediante la soppressione di queste due controverse questioni, modifiche che può agevolmente ottenere prima che si scateni la bufera all’orizzonte. Noi come sempre siamo a disposizione di chiunque sia disposto ad ascoltarci. Sperando che questa volta non si debbano solo risolvere i problemi a posteriori".
© RIPRODUZIONE RISERVATA