Monica Sergelli è laureata in Lingue e letterature straniere, ha 36 anni e vive a Parma, dove si occupa di sviluppo di prodotti per l'alta moda. Nel tempo libero pratica la sua grande passione: la caccia in forma vagante con i cani da ferma, un Kurzhaar, un setter inglese e un bracco italiano, in pianura e in media collina. Per lei la caccia è “cultura e conoscenza della natura”, nonché “una delle vie principali per conoscerne i ritmi, le leggi, la bellezza ed anche la potenza”. “Da umanista – spiega - mi interesso molto anche di letteratura venatoria, e ho sempre trovato negli scrittori di caccia una profondità ed una liricità sorprendenti”. Da cinofila convinta crede anche che “la caccia senza cane sia in qualche modo mutilata”. “Chi caccia con uno o più cani – sottolinea - sa bene a cosa mi riferisco, il rapporto di complicità che si instaura col proprio cane va oltre ogni aspettativa di intimità e reciproca comprensione”. I cacciatori per Monica hanno una marcia in più: "h o avuto ed ho modo di conoscerne diversi, e di trovare in loro caratteristiche anche molto lontane l'una dall'altra; in tutti però ritrovo lo stesso entusiasmo nello sguardo quando parlano della loro passione, la smania e la gioia infantili dell'attesa di una nuova apertura. Un famoso scrittore ha detto che chi porta con sé la fanciullezza non invecchierà mai, e credo che i cacciatori ne siano un esempio”.
Sulla sua strada caccia e cinofilia ci sono da sempre. Tutto è iniziato così: “i cani in ferma disegnati sul quaderno delle elementari, un tema (che poi la maestra diffuse nelle altre classi ) sulla piccola bracca tedesca che mio padre acquistò in una fiera e che ha dato inizio alla mia predilezione per il Kurzhaar, le giornate di caccia insieme a mio padre fino all'adolescenza, i suoi racconti sul mio leggendario bisnonno, che era andato a servizio da dei signori toscani e con loro aveva appreso l'arte nelle sue pieghe più nobili e antiche; il gene della caccia è scritto nel dna della mia famiglia e si tramanda da generazioni, ma con me ha voluto "curvare" al femminile, dribblando mio fratello e scegliendo inesorabilmente me. Dopo gli studi e la sistemazione al lavoro ho seguito il mio istinto latente (ma non troppo!) e ho preso la licenza di caccia”.
Per Monica la caccia è anche “una grande risorsa per la tutela dell'ambiente e per il recupero di valori e conoscenze che con l'urbanizzazione degli ultimi decenni sono andati perduti. Per contro – sottolinea - oggi siamo invasi da forme esasperate di ambientalismo ed animalismo, che di base peccano di una conoscenza effettiva molto scarsa dei territori e della fauna; poco o nulla si conosce della gestione del territorio da parte dei cacciatori, coordinati dagli ATC di competenza, moltissimi non sanno che la maggior parte delle specie selvatiche è protetta, e così via”.
La caccia si trova in un momento difficile ed è proprio ora che bisogna reagire secondo Monica. “Credo che debba essere difesa ad oltranza da chi la pratica a tutti i livelli, con un moto unitario che sappia andare oltre le differenze e divisioni locali che purtroppo spesso ne condizionano pesantemente la sopravvivenza”. Reazione che potrebbe portare, evidenzia Sergelli, verso le necessarie modifiche alla 157/92, legge che “pur avendo avuto effetti benefici, come l'aver messo un freno ai carnieri selvaggi e indiscriminati dei decenni passati, ora andrebbe svecchiata e modificata nei punti che annullano alcune prerogative fondamentali della caccia stessa”.
Come la condivisione: “la caccia – dice Monica - è sempre stata scambio di esperienze tra amici, ma con vincoli così stretti al proprio territorio di appartenenza questo non è più possibile. Comunque, vedo diversi segnali positivi, soprattutto tra i nuovi adepti, vedo un cambio di mentalità che sicuramente porterà freschezza tra i cacciatori, vedo anche ragazzi che seguono con interesse e costanza i corsi di formazione. Vedo anche, con piacere, che i cacciatori stanno utilizzando la rete come una piazza, un mezzo di scambio di idee ed esperienze proficuo e questo aiuta il collegamento e l'unione. La nostra passione viene da lontano, è sopravvissuta all'evoluzione e non si lascerà estinguere tanto facilmente! Un grosso in bocca al lupo ( e noi siamo grandi esperti di canidi! :) )a tutti i compagni cacciatori per la prossima apertura!”.
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