La decisione assunta dalla regione Piemonte per la riduzione delle specie cacciabili in montagna, è probabilmente l'effetto di un pressing continuo da parte delle associazioni animaliste e ambientaliste. Pro Natura, Lac, Wwf, Lipu, Lav, Cai-tam quest'estate avevano infatti inviato una lettera all'assessore Ferrero chiedendo “una discontinuità rispetto alla passata legislatura”.
Nella missiva si chiedeva in concreto di eliminare dall'elenco delle specie cacciabili quelle classificate SPEC 2 (ovvero pernice rossa e coturnice) e SPEC 3 (fagiano di monte, starna, beccaccino, quaglia, beccaccia, tortora, allodola). A queste chiedevano di aggiungere la pernice bianca, dall'Ue, classificata come NON-SPEC, ma in evidente declino in numerose province italiane.
“In particolare, si ritiene che le specie appartenenti alla tipica fauna alpina - si legge nella lettera - (pernice bianca, coturnice, fagiano di monte, cui è necessario aggiungere anche la lepre variabile, sulla cui consistenza non esistono dati nemmeno approssimativi) debbano necessariamente essere protette in modo totale, pena il rischio di scomparsa, quanto meno a livello locale”.