I cacciatori lombardi devono obbligatoriamente registrare ogni singolo richiamo sulla banca dati della Regione. L’inserimento del richiamo in banca dati infatti ne legittima l’utilizzo per l’attività venatoria. Ma l'operazione, resa operativa solo lunedì scorso, è tutt'altro che semplice. A denunciare l'impossibilità di procedere sono le associazioni venatorie Acl, Anuu, Cpa, Federcaccia, Italcaccia, Liberacaccia e i Comitati di Gestione di Atc e Ca che hanno tenuto una conferenza stampa nelle ultime ore.
Le problematiche riscontrate sono molte, “ma ciò che è più grave – sottolinea Lorenzo Bertacchi di Federcaccia – è che alle nostre richieste di chiarimento e di rinvio sul termine della procedure, nessuno risponde”. Secondo Gian Carlo Bosio di Enalcaccia “è materialmente impossibile riuscire ad aggiornare i dati in questi pochi giorni, con l'inevitabile blocco del sistema operativo”.
Alessandro Balestra, del Cpa, ricorda che questo tipo di banca dati è costruita sul modello di quella degli uccelli acquatici. Il che è già di per sé sbagliato perché, spiega Balestra “in quel caso si parla di 2000 animali, per i richiami vivi siamo sui 200 mila in tutta la Regione, 120 mila solo nella nostra provincia. Sarebbe stato sufficiente la formula del censimento”. Da settimane i cacciatori chiedono di differire al 31 gennaio prossimo il termine per l’aggiornamento. Ma ancora nessuna risposta è arrivata. I cacciatori non escludono una manifestazione davanti alla sede della Regione.
(L'eco di Bergamo)