"Perchè attaccare tipologie di caccia tra le più conservative in assoluto e tra le meno praticate e tra le più impegnative per cani e cacciatori da praticare? Si sta “lavorando” per far si che tutti i cacciatori piemontesi si dedichino esclusivamente a cacciare cinghiali e caprioli? Quelli, pare, non facciano proprio pena a nessuno ed in nessun luogo, non suscitando una lacrimuccia neppure alle anime più candide dell'anticaccismo ed animalismo italico". E' quanto si chiede sul quotidiano Targato Cn, Ezio Cardinale, presidente provinciale Arci Caccia.
"Quando mai, poi, l'uso dei richiami vivi è stato consentito in Piemonte?" continua il rappresentante dei cacciatori: "E l’utilizzo degli indumenti ad alta visibilità, che tra l'altro quando non sa di discriminazione è cosa buona e giusta, in quale misura dovrebbe tutelare anche gli altri frequentatori (??) degli ambienti di caccia, se questi ultimi non devono sottostare allo stesso "obbligo" dei cacciatori?".
"Chissà perchè questo "sistema" continua a reggersi da decenni su soliti stantii ed improduttivi luoghi comuni. Ad esempio e per rimanere in tema 'caccia = danno per le specie animali'. Per poi verificare, o per qualcuno scoprire, che determinati selvatici di interesse venatorio sono in calo anche in quei luoghi ove la caccia è vietata da sempre, mentre altri sono in aumento anche se cacciati, e persino bracconati, a iosa".
Ezio Cardinale riesce a far emergere sul quotidiano locale altre importanti verità: "innumerevoli specie di fauna, anche e soprattutto di nessun interesse venatorio, si sono estinte prima e durante l'esistenza dell'uomo su questa terra. E sarà ancora così anche quando la nostra specie non sarà più presente sul pianeta. Solo e soltanto le condizioni ambientali favoriscono o meno le specie viventi e certo la caccia, così come la intendiamo noi, non ha alcuna influenza sulle stesse!". A sostenerlo, ricorda, ci sono "consolidati studi scientifici nazionali ed internazionali".
"Comunque - prosegue l'invettiva - , visto che la tipica fauna alpina pare stia così, ancora giustamente, a cuore a questo governo regionale, oltre ai vari divieti di caccia che avranno una incidenza positiva su detti animali pari a zero, spero invece vorrà al più presto varare normative che obblighino lo smantellamento di gran parte degli impianti sciistici di risalita e che vietino altresì la fruizione all'invadente turismo di massa dei nostri bellissimi monti durante il periodo di riproduzione dei selvatici in argomento. Ed al contempo che favorisca con massimo impegno la presenza delle antiche attività agricole e di allevamento bestiame su quei pendii che appaiono, per vari motivi, sempre più spesso abbandonati ad un triste destino di incuria, con conseguente vera incidenza negativa sull'intera biodiversità".
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