Sotto la presidenza italiana, il meeting Affari generali del Consiglio Europeo, con il voto contrario della delegazione ungherese e l'astensione di Germania, Bulgaria e Romania, ha approvato ieri l'adozione del regolamento sulle specie esotiche invasive, a seguito dell'accordo raggiunto con il Parlamento europeo in prima lettura. Il regolamento stabilisce le norme per prevenire, ridurre e mitigare l'impatto negativo delle 12 mila specie stimate sul suolo europeo, che sono causa di almeno 12 miliardi di euro l'anno di danni.
Nel documento si stabiliscono alcune priorità, in modo da arrivare presto ad una strategia condivisa e di sistema. La Commissione adotterà presto un elenco di specie che non potranno essere introdotte, allevate e commercializzate nel territorio europeo. Elenco che sarà regolarmente aggiornato e rivisto almeno ogni sei anni. Dopodichè saranno i singoli Paesi a dover far rispettare la strategia. Ogni stato membro avrà il compito di stilare un elenco nazionale di specie invasive e le relative preoccupazioni per le specie autoctone, in modo da poter organizzare una cooperazione regionale, coordinata dalla Commissione Ue. Il documento stabilisce anche un sistema di sorveglianza e le modalità di intervento per una rapida e precoce eradicazione. Inoltre, gli Stati membri dovranno prevedere sanzioni da applicare se il regolamento non sarà correttamente applicato. La Commissione farà una prima stima dei risultati raggiunti entro il 1 giugno 2021.
Le specie esotiche invasive hanno conseguenze devastanti sulla biodiversità, ma spesso anche un impatto negativo sulla salute umana e sull'economia. L'Euorpa ha stimato che il 10-15% delle 12 mila specie aliene che si trovano nel continente si sono riprodotte e diffuse senza controllo. Ecco perchè questo regolamento rappresenta un passo importante e decisivo. Finalmente qualcosa di concreto (e non è un caso che proprio ora l'Italia abbia sottratto alla nutria lo status di animale protetto) nell'affermazione del valore della biodiversità in Europa, intesa - come ha ricordato il Ministro Galletti - come fattore chiave per lo sviluppo della nostra economia.