Sono diverse le regioni che aprono ufficialmente oggi, mercoledì primo ottobre, la stagione di caccia al cinghiale. Partono (o sono già partite in anticipo, come è il caso della Provincia di Imperia), le regioni Liguria, Toscana (anche se non in tutte le province), Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Basilicata, Abruzzo e Umbria (5 ottobre). In molti casi l'anticipo dell'apertura canonica (31 ottobre) è ormai divenuto una prassi per intensificare i prelievi e prevenire i danni all'agricoltura. I contingenti massimi abbattibili sono aumentati di anno in anno, segno che la crescita di questo ungulato è esponenziale in gran parte del territorio italiano, non a caso anche la Camera dei deputati se ne sta occupando proprio in questi giorni, alla ricerca di una soluzione per tutelare le pregiate coltivazioni (vigne soprattutto) minacciate dalle incursioni sempre più frequenti dei cinghiali. Ovviamente se le densità massime non saranno raggiunte, Province e Regioni, come successo nelle scorse annate, provvederanno ad estendere le azioni di contenimento, anche con l'ausilio dei cacciatori abilitati.
Situazione limite in Liguria, dove, anche per scongiurare le interruzioni della caccia registrate nelle scorse stagioni, per le continue sospensioni del calendario venatorio, la Regione ha approvato una norma che evita l'interruzione in caso di sospensione al Tar. Il provvedimento integra la legge 29, stabilendo che, in caso di mancanza o sospensione del calendario venatorio, l'attività venatoria prosegue senza interruzioni, secondo le indicazioni delle leggi regionali e nazionali in materia. Le interruzioni causate dai ricorsi ambientalisti hanno determinato il mancato raggiungimento dei contingenti di cinghiali abbattibili. Nella sola provincia di Savona, per esempio, il prelievo nelle stagioni 2011, 2012 e 2013 è rimasto sempre ben al di sotto della cifra di cinghiali stabilita. Motivo per cui quest'anno ai quasi 7 mila cinghiali abbattibili sono stati aggiunte altre 1.156 unità, necessarie a colmare appunto il divario degli ultimi anni.
Da quest'anno poi, grazie alle modifiche recentemente introdotte a livello nazionale (legge 157/92), sarà possibile cacciare gli ungulati (in selezione) anche su terreni innevati. Il che, si spera, renderà più efficienti gli abbattimenti ed il raggiungimento delle densità stabilite dai tecnici faunistici.
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