Gestione fauna superprotetta, Federcaccia non si tira indietro di fronte alla “sfida dell’Orso”. Il presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio ai rappresentanti federali e degli Atc: “Incontrare la Regione per stilare una mappa delle zone interessate dalla presenza del plantigrado”
La federazione Italiana della Caccia, e assieme a lei Federcaccia Lazio, non si tira certo indietro di fronte alla sfida rappresentata dalla gestione degli animali superprotetti. Si è svolto a Roma, registrando la partecipazione totale di presidenti provinciali e rappresentanti degli Atc del Lazio in quota Federcaccia, l’incontro con il presidente nazionale Gian Luca Dall’olio, voluto e indetto dalla Presidenza di Federcaccia Lazio.
Tema principe sul tavolo di discussione, la presenza – a volte reale, a volte supposta e a volte ancora inventata ad arte – dell’orso marsicano in alcune aree di territorio destinato alla caccia programmata, dunque non ricadenti in parchi o oasi. Ovviamente il fulcro del ragionamento riguarda le zone di territorio libero adiacenti ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dunque con particolare riferimento al Reatino e al Frusinate.
In alcune zone di questi territori si registrano, saltuariamente, delle sporadiche presenze del plantigrado al di là dei confini delle aree protette, il che senza dubbio impone un certo tipo di gestione volta alla salvaguardia sia dell’orso sia, ovviamente, di tutte le attività umane compresa la caccia. Al riguardo il presidente Dall’Olio è stato categorico: “Non possiamo – ha detto – esimerci dal partecipare alla riqualificazione della nostra fauna selvatica. Il mondo venatorio, dunque Federcaccia, non deve tirarsi indietro dinanzi a questa sfida. Per prima cosa – ha aggiunto – propongo un incontro con la Regione Lazio, al quale potrebbero partecipare – oltre al sottoscritto – anche il presidente regionale e quelli provinciali, i rappresentanti degli Atc e dei Parchi interessati e il Ministero dell’Ambiente.
E’ prioritario stabilire i contorni esatti dell’area esterna ai Parchi, in particolar modo a quello Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, interessata dalla presenza dell’orso. Quasi tutti gli animali in questione sono monitorati con radiocollare, dunque non dovrebbe essere particolarmente difficile mapparne gli areali e gli spostamenti. Una volta individuata l’area dovremo stilare e mettere in atto una serie di misure volte alla salvaguardia degli orsi e, allo stesso tempo, della normale attività venatoria”. Da tenere presente, come ha spiegato lo stesso presidente Dall’Olio, che il periodo più critico riguardo l’attività alimentare dell’orso è individuabile durante il mese di ottobre fino a metà novembre, vale a dire subito prima del letargo, quando questi animali si alimentano il più possibile per accumulare tutte le riserve di grasso utili a superare l’inverno. Posporre, ad esempio, l’avvio della caccia al cinghiale a partire da inizio novembre anziché ai primi di ottobre, sarebbe già un primo passo per salvaguardare l’orso da una certa attività di disturbo.
Tutti d’accordo con la proposta di Dall’Olio, almeno in linea teorica, gli interventi dei rappresentanti di Federcaccia Lazio sia all’interno dell’associazione sia negli Atc interessati. Quanto alla pratica, purtroppo, al presidente nazionale è stato fatto notare come all’interno della Regione Lazio si annidino diverse “menti” animaliste che molto spesso condizionano le stesse decisioni dei rappresentanti istituzionali, al punto da convincerli a non convocare le associazioni venatorie e neanche gli Ambiti territoriali di caccia quando si tratta di stilare il calendario venatorio. Sarà pertanto difficile, hanno puntualizzato presidenti di Atc ed esponenti provinciali, riuscire ad ottenere un incontro con la Regione Lazio per parlare del tema “Orso”. Cionondimeno, il presidente regionale Aldo Pompetti ha ribadito la ferma volontà, da parte di Federcaccia Lazio, di non delegare ad altri questa importante partita, annunciando che nei prossimi giorni si metterà in contatto con l’Assessorato Regionale competente per organizzare il tavolo di discussione allargato agli Atc, Parchi e Ministero. Senza alcuna paura di un sano confronto su dati scientifici reali.
Ufficio Stampa Federcaccia Lazio