A proposito di beccaccia, e del codice etico per la caccia all'estero proposto da alcuni club di amatori, occorre ricordare che esistono diversi studi scientifici attivati dalle associazioni venatorie che dimostrano come i flussi migratori che interessano l'Italia, sono diversi da quelli che coinvolgono l'Europa centrale. Il mondo venatorio dunque combatte per di più un'altra battaglia: dimostrare che la caccia italiana non incide sulla popolazione svernante e che quindi il vero problema di conservazione, anche su ipotetici altri flussi, non dipende dal prelievo, che pur deve essere sottoposto a regole etiche, ma dal mantenimento degli habitat ottimali. Problema per altro segnalato da ogni indagine scientifica, svincolata dal mondo venatorio, su qualsiasi specie in sofferenza.
Il cacciatore Italiano, mensile dei soci Fidc, anticipa che dopo 4 anni di monitoraggi di cicli migratori tra la Siberia e l'Italia, “è ora tempo di una pubblicazione scientifica che esponga i risulati completi ottenuti”. Anche in questo caso, come abbiamo già visto per tordo, allodola e come vedremo per altre specie, i dati raccolti smentiscono quanto oggi presente sul documento Ornis Key Concepts in relazione alla migrazione pre nuziale in Italia. Il che sarà un passo concreto, almeno ce lo si augura, per ottenere periodi di caccia più lunghi. Per chiedere la modifica del dato alla Commissione Europea ed al comitato Ornis, occorre infatti prima disporre di una pubblicazione scientifica.