Un altro parco siciliano è sotto il mirino degli amministratori a causa dei grossi disequilibri ambientali dovuti all'assenza di una vera pianificazione faunistica. La situazione, vista anche l'apertura della caccia ancora lontana e le pressioni da parte degli amministratori locali, ha indotto la Regione a cercare soluzioni da attuare al più presto. A riferirlo alla stampa sono i sindaci madoniti, al termine di un incontro con l’Assessorato regionale all’Agricoltura per affrontare l’emergenza.
“Auspichiamo - dicono - che gli impegni presi dal governo regionale siano mantenuti. Intanto, per una soluzione immediata, stiamo valutando la possibilità di firmare ordinanze congiunte che consentano, in deroga al calendario venatorio, di cacciare il cinghiale sempre al di fuori delle aree del Parco in date diverse da quelle consentite, ossia dal 1 novembre al 31 dicembre”.
“La Regione – fanno sapere i sindaci – si è impegnata ad inserire nella prossima finanziaria un dispositivo che consenta delle variazioni nel controllo della fauna dell’intera regione e, in particolar modo, nelle aree dei Parchi, puntando ad un abbattimento selettivo. Intanto l’Assessorato all’Agricoltura intende erogare un finanziamento al Parco delle Madonie, per avviare finalmente il piano di cattura, mai attuato prima d’ora per mancanza di fondi, che consentirebbe la realizzazione sul territorio dei cosiddetti “chiusini”, delle gabbie realizzate appositamente per la cattura dei suidi.
“La popolazione del Parco delle Madonie – dicono i Sindaci – chiede con forza un freno al fenomeno in continua crescita. E noi non molleremo fino a quando le soluzioni che condividiamo non vedano la luce".
I sindaci annunciano intanto il punto sui danni, con perizie tecniche su flora, fauna e coltivazioni del territorio del parco, delle zone a protezione speciale e dei siti di importanza comunitaria. "Un conto sicuramente salato che i cittadini delle Madonie non hanno più intenzione di sostenere”.