L
a recente equiparazione delle nutrie a ratti, topi e arvicole, grazie alle modifiche alla 157/92 (approvate con il decreto 91 di agosto) già in Lombardia ha fatto molto discutere. La Regione ha fermato i fondi predisposti per i piani provinciali, semplicemente perché la competenza è passata di fatto ai soli comuni, che proprio come fanno già per tenere sotto controllo la proliferazione dei topi, devono ingegnarsi per risolvere i problemi.
Il problema delle competenze è spalmato in tutta Italia. In questi giorni la Provincia di Latina ha inviato una lettera ai comuni che hanno questo problema, informando anche le associazioni agricole del fatto che dal primo novembre 2014 cesserà l'attività di prevenzione e contenimento dei danni causati dalla nutria, di cui annualmente si faceva carico la Provincia con l'aiuto delle associazioni venatorie dove si rendeva necessario intervenire. Le carcasse degli animali abbattuti venivano poi smaltite dall'istituto zooprofilattico del Lazio. Anche qui tutto si è bloccato. In sostanza la Provincia di Latina fa sapere che d'ora in poi sarà a disposizione su questo problema esclusivamente come supporto informativo, mettendo a disposizione le gabbie per i comuni.
Anche a Bologna stesso stallo. Tant'è che le associazioni agricole, Confagricoltura, Cia e Copagri, si sono appellate ai comuni affinché predispongano azioni di contrasto con specifiche ordinanze. “E’ davvero paradossale. Alla meritoria iniziativa politica messa in piedi per risolvere questo devastante problema – precisano Confagricoltura, Cia e Copagri - non ha fatto seguito l’adeguato provvedimento legislativo. Risultato: l’attuazione dei piani di controllo ora passa ai singoli comuni, con tutte le criticità normative, organizzative e finanziarie che ne conseguono, e l’agricoltore non viene neanche più rimborsato per i danni alle colture”.
“La situazione deve essere affrontata con tempestività – aggiungono le tre organizzazioni agricole regionali - anche attraverso la stipula di convenzioni tra Comuni e Province, come suggerito nella lettera inviata ai Sindaci dall’Anci Emilia Romagna, per arrivare presto all’attuazione di piani di contenimento razionali ed efficaci”. “Ci saremmo aspettati – lamentano infine Confagricoltura, Cia e Copagri - un maggior coinvolgimento da parte della Regione nella predisposizione dello schema di ordinanza sul controllo delle nutrie. Gli agricoltori, non lo dimentichiamo, sono la parte lesa”.