In sede di Commissione Agricoltura, in regione Lombardia è stato dato il via libera (a larghissima maggioranza e con l'astensione di M5S) ad un piano per l'eradicazione della nutria, che nella sola Lombardia conta ormai oltre 2 milioni di esemplari, causa di danni all'agricoltura e agli argini dei fiumi. Il piano, presentato da Carlo Malvezzi (NCD), ha avuto l'ok in commissione poche ore prima dell'uscita della circolare interministeriale sul tema, che avrebbe chiarito la sola competenza in seno ai comuni. Secondo Malvezzi invece il Piano servirà a “colmare il vuoto normativo e operativo derivato dalla modifica della legge 157/92 che ha sospeso in Lombardia i piani provinciali di abbattimento, con gravi riflessi sulle coltivazioni nelle province lombarde e in particolare a Mantova, Cremona, Lodi e Brescia”. Il provvedimento, se approvato dal Consiglio, consentirà il recupero dei 420.000 euro già stanziati per l’emergenza.
Secondo la proposta di legge le Province dovranno predisporre appositi piani di eradicazione e non più solo di contenimento e prevede che, a partire dal 2015, la Giunta regionale elabori un ‘Programma Regionale triennale’ per coordinare gli interventi di abbattimento fino alla totale eradicazione dell’animale. Come strumenti per arrivare all’eradicazione della nutria, la legge autorizza, seguendo rigorose procedure, l’uso delle armi comuni da sparo e da lancio individuale, la gassificazione e sterilizzazione controllate e il trappolaggio. Gli interventi potranno essere attuati anche nel periodo e nelle zone in cui vige il divieto di caccia. Il provvedimento prevede anche lo studio di metodologie innovative per un abbattimento meno cruento, in collaborazione con le università lombarde.
Le solite associazioni animaliste, Lav e Enpa in testa, evidentemente non accettando in alcun modo gli allarmi dell'Europa sulla specie invasiva (minaccia per la biodiversità, oltre che per le attività umane) e la legge italiana che le considera fuori da ogni tutela, dichiarano battaglia. La proposta lombarda è stata definita dalla Lav "uno sterminio di massa giustificato con i soliti presunti ingenti danni alle coltivazioni". Massimo Vitturi, responsabile LAV Caccia e fauna selvatica, dichiara addirittura che tale accanimento sulle nutrie "contraddice qualsiasi parere scientifico in tal senso". Su cosa basa tale dichiarazione sconcertante? Sul fatto che "l’Ispra ha più volte confermato che l’eradicazione di una specie rappresenta un’utopia e che piani di contenimento numerico basati sul controllo non letale delle nascite hanno un’efficacia maggiore, anche sul lungo periodo”.