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News CacciaNutrie, si salvi chi può. Lav "illegittima ordinanza dei Ministeri" martedì 4 novembre 2014 | | Come sappiamo, una circolare esplicativa dei Ministeri della Salute e dell'Agricoltura, ha dipanato alcuni dubbi sul nuovo status della nutria. Due i punti principali: competenze ai Comuni e nessuna applicabilità delle norme sul maltrattamento animale. Certo una soluzione drastica. Ma è quella caldamente consigliata dall'Europa e l'unica possibile per ridurre i danni, ormai in parte già irreparabili. Se pensiamo che nella sola Emilia Romagna finora, tramite una regolare azione di contenimento, sono state abbattute qualcosa come 60 mila nutrie all'anno, e che in Lombardia attualmente ne sono state censite almeno 2 milioni, abbiamo un quadro esaustivo del problema, che è ambientale soprattutto, visto che i roditori non danneggiano solo le coltivazioni, ma anche l'ambiente (argini dei fiumi) e sono una minaccia per la biodiversità.
Eppure tutti questi allarmi lasciano indifferente un'associazione come la Lav, riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente, e quindi ambientalista, oltre che animalista. L'associazione accusa i due ministeri di permettere “lo sterminio con ogni mezzo e metodi, compresi quelli più efferati come la tortura”. Secondo la Lav, l'atto governativo, va di fatto considerato nullo e illegittimo in attuazione della sentenza 11606-2012 della Corte di Cassazione con la quale è stata certificata l’applicabilità della normativa penale a tutela degli animali anche a quelli esclusi da norme speciali di protezione”. La LAV ha quindi inviato la diffida anche agli Assessorati regionali e provinciali alla Sanità e all’Agricoltura nonché ai Corpi di Polizia affinché questi ultimi continuino ad assicurare la prevenzione e la repressione dei reati di maltrattamenti anche nei confronti delle nutrie.
Effettivamente ancora nessuno si è mosso. Mentre la Lombardia vorrebbe predisporre una legge che mira a ripristinare la regia regionale sugli interventi di contenimento, che ora diventerebbero di “eradicazione”, e a recuperare i fondi già stanziati per i piani bloccati, l'Emilia Romagna ha deciso di agire diversamente, lasciando la questione all'autonomia dei Comuni. Per aiutarli ad agire in modo il più possibile coerente ed uniforme, ha predisposto uno schema di ordinanza, che ha ottenuto il parere favorevole dell’Ispra.
Ovviamente, essendo considerate sullo stesso piano di topi, ratti, talpe e arvicole, ogni cittadino, anche autonomamente, può agire, ricorda la Regione Emilia Romagna qualche settimana fa, contrastando la presenza dei roditori nel rispetto dei limiti di legge. L'ordinanza aiuta ad organizzare le spedizioni civiche e dà qualche dritta ai Comuni, già spremuti fino all'osso sul piano economico, su come farsi aiutare dai cittadini (cacciatori soprattutto). "I piani di controllo comunali - dice una nota della Regione Emilia Romagna - potranno coinvolgere i coadiutori (ovvero cacciatori), il personale della protezione civile, quello di vigilanza del reticolo idrografico; i cacciatori - di nuovo - nel rispetto del calendario venatorio, gli stessi agricoltori (regolarmente muniti di porto d’armi), purché limitatamente al proprio fondo agricolo". Ai cacciatori non interessa affatto partecipare ai programmi di sfoltimento della nutria, se non per sentire di poter dare un contributo utile alla difesa di ambiente e biodiversità. Il caos, semmai, qualora le proteste della Lav avessero un seguito, peserà sugli agricoltori. La nuova classificazione comporta infatti l’interruzione dei risarcimenti fino ad oggi riconosciuti alle aziende agricole per i danni alle colture provocati da questa specie. | Leggi tutte le news | |
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