Niente da fare per il referendum, proposto nello stato del Maine (Usa), per limitare la caccia all'orso. Ai cittadini è stato chiesto se volevano vietare l'uso di esche, trappole e cani in caccia (modalità previste solo qui per l'orso e considerate crudeli dagli animalisti), se non per proteggere la proprietà, la sicurezza pubblica e per la ricerca. Il risultato è stato a favore dei cacciatori (52,3 contro il 47,7 per cento). "Abbiamo ottenuto una grande vittoria", ha detto David Trahan, che è a capo della Sportsman’s Alliance del Maine, parlando ad un gruppo di guide esperte nella caccia dell'orso bruno. Il numero uno della campagna condotta per il no ha un nome italiano, Giacomo Costa: "abbiamo affrontato una quantità incredibile di avversità in questa campagna - ha dichiarato -. Hanno gettato su di noi tutto il possibile ", ha detto. “Sono orgoglioso di dire che abbiamo vinto."
Questa, per i cacciatori di orsi nel Maine, è la seconda vittoria in 10 anni. Già nel 2004, gli elettori hanno respinto un referendum simile con un margine molto simile a quello di oggi: 53 contro 47 per cento. Secondo quanto riferisce il pressherald, quest'anno il referendum sull'orso è stato più di un dibattito etico tra i fautori di benessere degli animali e coloro che sostengono le tradizioni della caccia.
Secondo i cacciatori di queste parti senza utilizzare gli attuali metodi di caccia, la popolazione di orsi neri crescerebbe inesorabilmente, arrivando a minacciare la sicurezza pubblica. Kaila Ripley, una cacciatrice di 24 anni di Oakland, dice di aver votato no per un motivo molto semplice: "questo è solo l'inizio", ha detto, sottolineando che i gruppi di difesa degli animali non saranno soddisfatti fino a quando tutta la caccia, in ogni forma, non sarà dichiarata illegale in ogni stato. Altri cacciatori hanno votato sì, considerando la pasturazione degli orsi e l'uso di trappole, pratiche non etiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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