In Umbria la forestale ha piazzato delle microcamere nei boschi per incastrare i bracconieri dove vengono rilevate trappole, lacci e tagliole per la cattura di volpi, lupi, cinghiali, uccelli, ecc. “Dall’inizio dell’anno abbiamo provveduto a denunciare cinque bracconieri, ma se li dovessimo sorprendere con gli animali morti in mano scatteranno anche le manette sulla base del reato di maltrattamento di animali” dichiara Guido Conti, comandante del Corpo forestale dell’Umbria.
Tagliole, lacci e reti per catturare volpi, cinghiali, lupi, daini e volatili sono vietate “perchè gli animali muoiono tra sofferenze atroci - dice Conti - Abbiamo trovato animali scarnificati, smembrati nel tentativo di liberarsi dalla morsa dell’acciaio, dissanguati. Senza considerare che tali trappole sono pericolose anche per l’uomo. Abbiamo trovato una tagliola a 500 metri da un agriturismo”. E' indubbio che di fronte a queste pratiche fuorilegge, la condanna del mondo venatorio sia unanime e in tal senso la collaborazione delle associazioni dei cacciatori, ha contribuito alla cattura di diversi bracconieri.
Come funzionano le microcamere: "si tratta di apparecchi elettronici che si attivano al passaggio di una persona o di un’autovettura e scattano foto o riprendono la scena in un filmato - specifica il comandante Conti - In questo modo possiamo attestare il posizionamento della trappola o il momento in cui il bracconiere preleva la preda. Saranno utilissime anche con l’approssimarsi della stagione estiva per il controllo degli incendi boschivi. Se un piromane entra in un bosco con l’auto attraverso un viottolo saremo in grado di leggere la targa e poi sviluppare l’indagine".