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News CacciaBIGHUNTER GIOVANI Omar, 24 anni: “per la caccia pretendo rispetto” martedì 25 novembre 2014 | | Una cultura come quella venatoria, ricca di tradizioni e di saggezza popolare, non deve essere lasciata morire. E' l'appello del giovane Omar Ciani, 24enne di San Costanzo (PU), studente universitario e lavoratore part-time, cacciatore come il padre e i fratelli. “Nutriamola giorno dopo giorno - propone -, condividendo le esperienze dei più anziani, e mettiamole a confronto con quelle dei più giovani”.
“Già dalle scuole medie – racconta - trascorrevo i miei pomeriggi lungo i corsi d’acqua o dentro i boschi alla ricerca di qualche animale da scoprire”, poi il primo cane, uno springer, la licenza a 18 anni (prima della patente di guida), così è cresciuta la sua passione. “Amo il lavoro del cane – spiega - e preferisco passare le giornate di caccia alla ricerca delle lepri e dei fagiani, ma nei periodi più freddi non rifiuto assolutamente la caccia alla migratoria lungo i corsi d’acqua o ai margini dei boschi sempre e solo in modo vagante accompagnato dalla mia Lola".
“La caccia – ci scrive - sta passando un brutto periodo per via di molti maleducati senza rispetto che gettano fango sulle nostre tradizioni. Nel mio piccolo personalmente ho reagito creando dal nulla un'occasione di incontro aperta alla popolazione”. E' venuta a lui infatti l'idea di istituire nel suo paese (San Costanzo) la 1° Festa del Cacciatore, insieme alla sua associazione, la locale Enalcaccia. “Sono riuscito a coinvolgere associazioni diverse che si occupano di cani, tiro con l'arco, agricoltura, falconeria, ma anche quelle per la promozione del territorio”. Ne è uscita una festa per tutti, capace di coinvolgere la popolazione anche digiuna di caccia. Omar ha investito tutte queste energie perché ha un sogno. “Volevo coinvolgere gli indifferenti – dice -. Ho solo ventiquattro anni e voglio far di tutto per far sopravvivere la nostra passione. Voglio che la gente capisca che questa nostra passione è cultura, e pretendo che la rispettino”.
Il motivo è presto detto. "I cacciatori - spiega - trascorrono gran parte della loro vita in aperta campagna, in mezzo alla natura e hanno l’obbligo di onorarla nei migliori dei modi. Lo fanno rispettando la legge, ma anche controllando i corsi d’acqua, i letti dei fiumi, e la salute dei boschi". Fanno ripopolamenti, censimenti della fauna e nutrono gli animali in difficoltà. "Questi sono modi concreti per tutelare l’ambiente, che la gente non conosce. Bisogna intervenire nelle scuole perchè la formazione delle persone passa da li! organizzare convegni sul rispetto degli animali, della natura, dell'alimentazione, su i danni che fa l’inquinamento, su alcuni prodotti chimici utilizzati in agricoltura (da notare come per mancanza di insetti alcuni uccelli come le rondini siano in diminuzione) ecc".
Per il giovane Ciani la caccia ha qualcosa di speciale, che la differenzia da tutte le altre attività. “A caccia non si vince e non si perde… si assapora ogni singolo attimo della nostra vita, si vivono emozioni irripetibili e tutte diverse tra loro. Non si gioca una partita né tanto meno si vince una gara, ecco perché non è sport”. “Qualsiasi caccia si pratichi: con i richiami vivi, alla lepre con i segugi, la braccata al cinghiale, la caccia di selezione , quella con i cani da ferma o da cerca – spiega Omar - , ti fa sentire parte di qualcosa di antico e profondo, perché quando si è in un bosco o in aperta campagna, siamo tutti uguali, siamo tutti ospiti della natura. Al di là dell'età, della classe sociale o del partito. E' questo che ci fa sentire uniti”.
La vera unità da raggiungere, però, per Omar, è quella associativa. “Secondo me le associazioni venatorie dovrebbero sparire, dovrebbe esserci un’unica associazione che tutela la caccia ai cacciatori. Perché una associazione che porta la voce di centinaia di migliaia di cacciatori è molto più rumorosa di tre o quattro associazioni che spesso si ritrovano a litigare tra di loro portando vecchi rancori e tralasciando l’interesse dei cacciatori che rappresentano. Vorrei vedere più interesse da parte dei vertici delle varie associazioni”.
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