La collaborazione tra ambientalisti e cacciatori in diverse parti del pianeta permette di sotterrare l'ascia di guerra e perseguire scopi di conservazione comuni, ma anche di riabilitare la figura del cacciatore, visto come vero tutore dell'ambiente. Un esempio concreto viene dalla Francia.
Nel dipartimento francese del Rodano ambientalisti e cacciatori hanno formalizzato una partnership per la tutela della biodiversità. L'accordo, firmato già nel 2010 tra la Federazione Nazionale dei Cacciatori e la Federazione per la conservazione delle aree naturali, prevede l'acquisizione di terreni in siti importanti, la gestione congiunta di aree naturali, monitoraggi e studi e campagne di sensibilizzazioni comuni.
L'esempio del Rodano non è marginale in Francia. In generale l'approccio conservazionistico non disdegna la caccia, ma la promuove. Basti osservare come in diversi parchi nazionali francesi, la caccia risulta tra le attività permesse. Nel Parco delle Cévennes è autorizzata e regolamentata fin nel cuore dell'area protetta. A praticarla circa 2 mila persone durante 5-6 mesi l'anno. Sul sito dell'area protetta si dichiara, semplicemente: "è il modo migliore per controllare le popolazioni e per mantenere l'equilibrio biologico nel territorio". La politica sviluppata dal Parco è ben definita in tal senso: "la missione del Parco Nazionale - si legge - è quella di gestirlo con i cacciatori, che sono partner principali nella gestione della fauna per il bene di tutti". La stessa cosa avviene nel Parco delle Calanche, dove la caccia è permessa, come lo è la raccolta funghi e l'escursionismo (vedi immagine sopra).
E' così che vorremmo gli ambientalisti anche in Italia. Basterebbe leggere con attenzione tutti gli studi scientifici di settore (compresi quelli ambientalisti e ministeriali) per comprendere che la caccia non causa alcun danno all'ambiente, ma che anzi, finora ha aiutato concretamente a preservarlo: non solo con i monitoraggi e le azioni sul campo dei cacciatori (ad esempio la manutenzione del bosco), ma indirettamente finanziando (con le tasse dei praticanti) quasi tutte le azioni di tutela pubbliche. Scusate se è poco.