Prendiamo atto dalle comunicazioni ufficiali della Commissione Europea, che tra le decisioni principali in merito al "Pacchetto infrazioni di novembre", figura anche un sollecito inviato all’Italia "a porre fine all’utilizzo su larga scala di metodi di cattura non selettiva di uccelli selvatici, come appunto le reti vietate dalla direttiva uccelli".
"In alcune regioni italiane - spiega la nota stampa della Commissione, firmata da Enrico Brivio - per molti anni è stata autorizzata ed effettuata la cattura con le reti di certe specie di uccelli (Columba Palumbus, Turdus pilaris, Turdus philomelos, Turdus iliacus, Turdus merula, Vanellus vanellus, Alauda arvensis) destinati ad essere impiegati come richiami vivi. A febbraio 2014 la Commissione ha inviato all'Italia una lettera di costituzione in mora invitandola a interrompere questo metodo vietato di cattura degli uccelli e concludendo che le condizioni per applicare deroghe non erano soddisfatte".
"Poiché l’Italia - evidenzia Brivio - non ha posto rimedio alle violazioni del diritto dell’UE derivanti da autorizzazioni concesse in modo illegittimo dalle Regioni e ancora in vigore, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato. L’Italia dispone di due mesi per adottare tutte le misure necessarie per garantire la conformità e se non ottempererà a tale obbligo la questione potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell'Unione europea". Per ulteriori informazioni la stessa nota invita a contattare telefonicamente l'autore del comunicato al numero.: 0032 229 56172).
Ricordiamo che proprio su questo poche settimane fa il Ministro dell'Ambiente ha intimato a Lombardia e Emilia Romagna di interrompere la cattura dei richiami vivi, cui è seguita la netta presa di posizione della Lombardia, che ha ritenuto di non aderire all'ingiunzione, avendo rispettato tutti i dettami di legge (per altro appena modificata sul tema dal Governo proprio per risolvere l'infrazione) e avendo avuto parere positivo dall'Ispra sull'attivazione degli impianti di cattura, proprio sulla selettività delle reti utilizzate, e il favore del Tar sul ricorso presentato dagli animalisti.
Dalle voci che circolano in ambienti ben informati, la richiesta europea appare "strana", visto che alla relazione giuridica che accompagna i documenti di prassi per le risposte, avrebbe dovuto esserci anche quella tecnica, sulle reti. Ma se la commissione chiede... c'è da chiedersi: qualcuno non ha terminato il lavoro o l'ha fatto a metà?