Land Rover è un marchio popolare tra gli amanti degli sport outdoors, così come tra i cacciatori, che spesso acquistano veicoli per inoltrarsi nelle zone più impervie. Da decenni Land Rover realizza autoveicoli appositamente attrezzati per la caccia e in alcuni paesi organizza addirittura eventi speciali per i cacciatori. Ecco perché risulta particolarmente curiosa (e probabilmente poco azzeccata) la scelta della famosa casa inglese di sostenere un'organizzazione esplicitamente anticaccia che opera in Africa.
La Ong, Born Free Foundation, riceverà infatti un aiuto concreto da Land Rover che si è impegnata a fornire veicoli, oltre che il proprio sostegno finanziario, per i prossimi cinque anni. “Come la maggior parte dei gruppi che operano per il benessere degli animali – si legge sul sito del CIC che pubblica una comunicazione di African Indaba, agenzia che regola in Africa le relazioni tra cacciatori e non cacciatori -, Born Free non si limita solo al lavoro pratico sul fronte della conservazione. Ma prende di mira attività come la caccia".
La Fondazione, dicono i cacciatori di Indaba, "si batte per porre fine a questo glorificato "sport"" e promuove una continua propaganda anticaccia, soprattutto sul tema dei grandi trofei. Born Free sostiene infatti "che i problemi etici, sociali e biologici associati ai trofei di caccia superano di gran lunga qualsiasi contributo positivo del settore venatorio”. E' attiva contro le importazioni dei trofei, per cui da anni si batte facendo pressioni sui governi africani. Nel 1993 per esempio è stata determinante per la nascita del cosiddetto "Species Survival Network", un insieme di organizzazioni che lavorano contro lo sfruttamento della fauna selvatica, caccia compresa.
African Indaba dal canto suo fa notare che “la nostra caccia è sostenibile, etica e positiva per la biodiversità, in linea con le convenzioni internazionali pertinenti” e che le associazioni venatorie africane non esitano a criticare eventi, che non rientrano negli standard di caccia internazionalmente accettatati. “Non ci aspettiamo - conclude African Indaba - che una società come Land Rover sia d'accordo sul fatto che la caccia è un modo di utilizzare le risorse naturali in modo sostenibile, contribuendo alla conservazione delle specie e garantendo la sussistenza di economie rurali. Tuttavia, è difficile accettare che un gruppo di pressione altrettanto controverso, che cerca di distruggere la caccia, venga finanziato con i proventi delle Land Rover, che anche noi cacciatori acquistiamo”.