BigHunter pochi giorni fa nell'editoriale Quanto ci costi, bella topolona, ha lanciato il problema della nutria in Italia, sottolineando l'enorme impatto ambientale che questo enorme roditore ha sul nostro territorio, in quanto specie non autoctona e introdotta in modo del tutto incontrollato e talvolta colpevole. Il problema è di una portata tale da aver stimolato non molto tempo fa anche una forte presa di posizione del Ministero dell'Ambiente. In un documento firmato da quest'ultimo in associazione con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, infatti viene espressa preoccupazione per l'impatto della nutria sulle biocenosi vegetali e animali "diversi studi hanno evidenziato interazioni conflittuali con vari elementi delle biocenosi locali, anche se nessuna di queste sembra aver avuto effetti irreversibili".
"La presenza della nutria sul territorio nazionale - si legge sul sito del Ministero - deve considerarsi indesiderabile ed è opportuno adottare strategie di gestione che tendano a limitare in maniera efficace la diffusione della specie e la consistenza delle popolazioni".
Della stessa opinione, a dimostrazione dell'enorme portata del problema, sono gli animalisti del Wwf, Corrado Teofili del Wwf Italia - sezione Conservazione Ecoregione Mediterraneo Centrale ha dichiarato: "Sono degli animali esotici che andrebbero eliminati fisicamente. Alcuni scelgono di adottare tecniche indolore e si servono per questo del cloroformio. Spiace anche a noi l'idea di uccidere animali che, comunque, come individui sono incolpevoli, ma la loro tutela implicherebbe la scelta di non tutelare tutte le altre specie animali e vegetali che subiscono il loro impatto". "Conta più una nutria - prosegue Teofili - oppure una folaga (un uccello che nidifica in palude e i cui nidi possono essere distrutti)? Per chi si occupa di conservazione, anche se la cosa non è equivalente al pensiero di tutto il Wwf, la risposta è semplice: vale di più la 'cosa' che ha, da un punto di vista naturalistico, più diritto di persistere in un certo ambiente. E quindi, viva il canneto ed abbasso le nutrie o, se si vuole, viva la natura e abbasso l'animalismo".
Dal ministero dell'Ambiente giunge anche la preoccupazione dei probabili pericoli per l'uomo: “La nutria - si legge - può costituire un serbatoio per la diffusione di alcuni parassiti. I più importanti sono le fasciole come fasciola epatica e le leptospire come leptospira interrogans. Questi, come alcuni batteri presenti nella nutria, possono essere diffusi nell'ambiente e trasmessi all'uomo. La probabilità di questa trasmissione è sostanzialmente legata all'ecologia dei portatori. Nella nutria la presenza di leptospire è stata evidenziata in particolare nelle feci e nell'urina rilasciata nell'erba. Ciò può causare la trasmissione della leptospirosi ad altri animali selvatici ed al bestiame allevato"..
ndr: Sapevamo che il buonsenso avrebbe prevalso. I nostri complimenti agli ambientalisti degni di questo nome. Questo in fondo non fa che ribadire la visione sia su opposte sponde, che il bene da difendere è il medesimo: l'ambiente!