L'interrogazione delle eurodeputate Pd Renata Briano e Alessandra Moretti con oggetto "Calendari venatori delle Regioni italiane" è stata pubblicata sulle rispettive pagine delle due europarlamentari. Alla Commissione UE si chiede di confermare ciò che ad ottobre 2013 il Commissario Potočnik, rispondendo ad un'interrogazione di Andrea Zanoni, aveva ribadito molto chiaramente (nel silenzio generale della stampa italiana), ovvero che le "gravi violazioni alla Direttiva UE" nei calendari venatori italiani evidenziate dallo stesso Zanoni e ora ribattute dalle associazioni animaliste italiane, non sussistono.
"Non risulta esserci sovrapposizione tra i periodi di caccia e i periodi di riproduzione e di migrazione prenuziale, soprattutto se si considerano la possibilità di una sovrapposizione parziale teorica di una decade", scriveva un anno fa l'allora commissario Ue all'ambiente in riferimento al prelievo di alcune specie (tordi, cesene e beccacce) fino al 31 gennaio. Questo perchè è la Guida Interpretativa della Direttiva Uccelli a considerare
teorica o potenziale la sovrapposizione di una decade tra il periodo della caccia e quello della migrazione prenuziale e quindi ad ammettere l'attività venatoria.
Nonostante l'evidenza dei fatti (la possibilità di calcolo della migrazione prenuziale, cosa ammessa e applicata in altri paesi europei, le vittorie ottenute ai Tar e ai Consigli di Stato, il chiarimento del Commissario Ue), oggi l'Italia, grazie alle insistenze delle associazioni anticaccia italiane ma anche alle mancanze di Ispra e del suo Ministero, è di nuovo sotto la lente europea, che ha inviato una richiesta di chiarimento all'Italia. Ovvero il
caso EU PILOT 6955/14/ENVI, che le deputate pare ritengano facilmente risolvibile con una conferma di quanto dichiarato dal Commissario Potočnik.
Sulla base di autorevoli indiscrezioni sappiamo che alcune Regioni si stanno organizzando per respingere su tutto il fronte la sollecitazione pervenuta loro attraverso i canali istituzionali (Ministero dell'Ambiente), in quanto non consona alle regole delle competenze previste dai vari enti interessati.