Il Decreto emanato dall'Assessore regionale all'agricoltura siciliano, Antonino Caleca, lo scorso 9 dicembre, parla chiaro: la stagione di caccia alla beccaccia chiude prima (addirittura il 10 gennaio) a causa del caso EU Pilot sui calendari venatori su specifica richiesta del Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
Lo si apprende direttamente dal Decreto siciliano. L'Assessore ha modificato la chiusura per la beccaccia ritenendo "di dovere dare seguito a quanto chiesto dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare" il quale il primo dicembre scorso ha comunicato, che "la Commissione europea ha avviato, nell'ambito del sistema di comunicazione UE-PILOT, il caso 6955/14/ENVI per violazione degli articoli 2, 5 e 7 della Direttiva 2009/147/CE concernente la conservazione degli uccelli selvatici, in quanto risulterebbe che in Italia sarebbero cacciate, in assenza di piani di gestione/conservazione, 19 specie di uccelli in stato di conservazione non favorevole e 9 specie di uccelli in fase di migrazione pre-nuziale".
Nella stessa nota il Ministero avrebbe esplicitamente manifestato la necessità, al fine di evitare eventuali procedure di infrazione, che la Regione Siciliana modificasse tempestivamente il termine per la chiusura della caccia alla Beccaccia previsto dal calendario venatorio "in quanto in contrasto con l'articolo 7 paragrafo 4 , della Direttiva 2009/147/CE nonché con l'articolo 18 , comma 1-bis, della legge 11 febbraio 1992 n 157, anticipandolo almeno al 10 gennaio 2015".
Inutile osservare che c'è qualcosa che non torna nell'atteggiamento particolarmente solerte del Ministro. Il caso Eu Pilot, è cosa risaputa, è ben lontano dalla condanna e dalle sanzioni. E' una formale richiesta di chiarimento in seguito ad una denuncia pervenuta all'Europa. Lo Stato italiano ha due mesi di tempo per articolare la propria risposta a sostegno delle scelte fatte dalle singole Regioni. Diciamo pure che le motivazioni che supportano i calendari venatori italiani, siciliano compreso, sono tante e documentate. Basterebbe presentare dati e studi scientifici sull'effettivo periodo di migrazione, utilizzati per sostenere anche davanti ai Tar e ai Consigli di Stato la validità degli stessi calendari. Avremmo voluto vedere la stessa reattività del Ministro su questioni ben più gravi per l'ambiente, su cui, questa volta davvero, l'Italia è stata chiamata a versare fior fior di milioni di multe. E' il caso della vergognosa gestione dei rifiuti, per la quale Galletti ha dichiarato semplicemente che l'Italia non verserà un euro.
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