In Sicilia, dopo la modifica del calendario venatorio da parte dell'Assessore regionale Caleca, che ha accolto le indicazioni del Ministero dell'Ambiente riguardo all'illegittimità del prelievo alla beccaccia fino al 31 gennaio, anticipando la chiusura al 10 gennaio, l’onorevole Paolo Ruggirello ha presentato un'interrogazione urgente con la quale chiede chiarimenti in merito ad una scelta che non condivide.
Ruggirello segnala "lacune e anomalie nella scelta fatta, dal momento che - scrive - la questione è stata sollevata da un Ministero per cui non è prevista competenza; inoltre - aggiunge - la decisione in ambito regionale è stata presa senza consultare, per come previsto, il comitato regionale faunistico, seppur esistevano i tempi necessari per la convocazione; e non si è tenuto conto di una precedente espressione della Comunità Europea in merito all’inviolabilità dei principi europei da parte dei calendari italiani".
Il deputato in particolare chiede perché non si sia tenuto conto che la sollecitazione del Ministero non si riferiva all'apertura di una procedura d'infrazione contro l'Italia ma, semplicemente,
alla verifica a che i periodi di caccia italiani fossero compatibili con la Direttiva n. 2009/147/UE; perchè non si sia tenuto conto della determinazione della Commissione europea del 15 ottobre 2013, con la quale la Commissione stessa, rispondendo alle interrogazioni parlamentari n. 007486/2012 e n. 007639/2012
dichiarava che i calendari venatori italiani non violavano il diritto comunitario; perchè non si sia tenuto conto che i Key Concepts della Direttiva Uccelli- guida,questa, elaborata dalla Commissione europea tuttora vigente - consentono l'attività venatoria alla specie oltre il 10 gennaio 2015, ritenendo meramente teorica la sovrapposizione di una decade tra attività venatoria e inizio del periodo prenuziale".
"La Commissione europea - commenta il deputato di Articolo 4 in una nota - ha sollevato il caso di violazione della Direttiva Comunitaria concernente la conservazione degli uccelli selvatici, in quanto risulterebbe che in Italia vengono cacciate, in assenza di piani di gestione/conservazione, 19 specie di uccelli in stato di conservazione non favorevole e 9 specie di uccelli in fase di migrazione pre-nuziale. Ma allo stesso modo, circa sei mesi fa, aveva dichiarato che la beccaccia non è più in declino e che, pertanto, non era più necessario il piano di gestione".