Si è svolta a Roma sabato 20 dicembre la 48° Assemblea nazionale straordinaria della Federazione Italiana della Caccia. Tanti e importanti i temi trattati. Anzitutto i casi EU Pilot in tema di caccia (richiami vivi e calendari venatori). Su entrambi, è stato ricordato durante l'assemblea, sono state tempestivamente inviate alle Regioni le considerazioni tecniche dell'Ufficio avifauna migratoria, condivise da Face Italia.
A relazionare la situazione è stato il responsabile dell’Ufficio gestione ambientale Fidc, Lorenzo Carnacina, che ha fatto notare come “una semplice richiesta di informazioni da parte della Commissione competente europea sia stata tradotta dal Ministero dell’ambiente in un invito, a nostro avviso infondato e non giustificato dalle norme italiane e dalla Guida interpretativa della Direttiva europea, alle Regioni a ridurre i tempi di caccia di tordo, cesena e beccaccia”. “A questa richiesta del Ministero – ha detto Carnacina -, quelle Regioni che nella stesura dei propri Calendari venatori hanno rispettato e applicato correttamente tutte le indicazioni e le normative ricordate, hanno fatto e auspichiamo continuino a fare, opposizione convinte della legittimità e correttezza delle memorie tecnico scientifiche portate a sostegno degli stessi. Una posizione che Federcaccia condivide e sulla quale le affiancherà con tutto il suo supporto”.
Al lavoro per la Confederazione Cacciatori Italiani
Anticipata l'imminente nascita della Confederazione Cacciatori Italiani. Ovvero, ha detto il Presidente Dall'Olio nella sua relazione, una “revisione del modello di Face Italia, allargata anche a chi, come Arcicaccia non ne ha fino ad ora fatto parte, per raggiungere un soggetto unitario alla quale speriamo vogliano aderire anche EPS e Italcaccia”. “Una Confederazione che supererà i limiti dell’organizzazione attuale di Face Italia – ha continuato Dall'Olio - , che pure molto è riuscita a fare, con pochi clamori ma molta sostanza, per la caccia. Una Confederazione dove in attesa della riunificazione che auspichiamo, mantenendo le proprie identità, si parli però con una necessaria voce sola”. D'accordo il presidente Enalcaccia Lamberto Cardia, attuale coordinatore di Face Italia, che, assente per impegni istituzionali, ha inviato una lettera in cui sottolinea come “si sia individuato l’essenziale punto di convergenza per la sollecita sottoscrizione di un protocollo d’intesa fra tutte le AAVV nazionali riconosciute, rivolto all’approdo in tempi rapidi in una confederazione che possa affrontare in comunione di intenti e di unitaria rappresentanza confederale le emergenti e sempre più urgenti problematiche venatorie”. Ospiti anche di questa assemblea il presidente di ANUUMigratoristi Marco Castellani e di Arcicaccia Osvaldo Veneziano. Castellani ha ricordato che il suo parere sull’unità è noto, e conscio del ruolo di “traino” di Federcaccia è ben lieto di portare il proprio contributo al processo in essere, cosa fatta nel passato e che non cambierà nel prossimo futuro. Più articolato l’intervento di Veneziano, che ha sottolineato le mutate condizioni e rapporti che si sono delineati negli ultimi mesi, e che hanno portato a una sempre più stretta collaborazione espressa nella ricerca di un agire comune attuato su vari tavoli, tutti rivolti a ritrovare oltre che unità maggiore rappresentatività
La Federcaccia del futuro
Il processo unitario va di pari passo con quello di ristrutturazione interno alla Federcaccia, ovvero il compimento del progetto “Federcaccia di domani”. “Una maggiore specializzazione e professionalità è necessaria non solo a Roma, ma in tutta la nostra struttura - ha ricordato Dall'Olio-. Un maggior confronto con la periferia è a questo punto necessario e dunque daremo il via a partire da febbraio a una serie di riunioni sul territorio rivolte non solo ai dirigenti locali, ma soprattutto ai cacciatori, perché dal confronto scaturiscano idee e richieste. Il risultato confluirà in una conferenza di organizzazione prevista per il prossimo maggio, che coinvolgerà tutti i dirigenti e sarà arricchita dalle diverse esperienze necessarie”. “Sarà la nuova struttura che ne nascerà a fare per sua stessa natura da catalizzatore dell’unità, per divenire quel soggetto unico cui guardano per primi i cacciatori, ma anche Istituzioni e perfino i nostri antagonisti, e che parlerà con una voce unica di e per la caccia”.
Problema Lepre al nord
La dottoressa Giorgia Romeo, responsabile scientifica dell’Ufficio fauna stanziale ha parlato del declino della lepre in alcune zone della Pianura Padana, un fenomeno in controtendenza con la situazione stabile o in aumento delle popolazioni nel resto d’Italia e sul quale per il momento non sembrano esserci cause certe, anche se numerosi dati parrebbero indicare un problema di coabitazione con la minilepre, che influirebbe negativamente trasmettendo agenti endopatogeni. Per una migliore individuazione delle cause, così come per la raccolta dei dati contemporanea alle azioni di cattura, la dottoressa Romeo ha sottolineando anche in questo caso l’importanza fondamentale della collaborazione dei cacciatori.
Bilancio approvato
Al termine dei due apprezzati interventi tecnici, con l’elezione di Giacomo Lanzini, vicepresidente provinciale di Brescia, a presidente dell’Assemblea, si è aperta la parte più propriamente istituzionale.
Dopo l’illustrazione da parte del presidente Dall’Olio del bilancio di previsione 2015, ancora una volta in pareggio, la positiva relazione del Collegio dei revisori dei conti e la risposta ad alcuni chiarimenti richiesti dall’assemblea, si è passati alla votazione, che lo ha visto approvato all’unanimità.
Le conclusioni di Dall'Olio
Riprendendo la parola al termine dell'asseblea, il presidente Dall’Olio ha ricordato che FIdC sta seguendo ogni aspetto delle tante e diverse questioni che riguardano la caccia, e lo fa non basandosi su opinioni ma su conoscenza, sia tecnico scientifica che tecnico giuridica. Concludendo, ha ricordato come la revisione dell’assetto del territorio, attraverso la scomparsa delle province riaprirà necessariamente la questione 157, imponendone la revisione. “Dobbiamo essere pronti ad essere interlocutori affidabili e credibili per gestire la governance di quel 70% di territorio su cui operiamo - ha sottolineato -, ma lo potremo fare solo cambiando velocemente il nostro approccio e la nostra visione della caccia e del suo ruolo”.
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