Una lettera aperta al Governo per chiedere la revoca dell'ordinanza ministeriale del 23 dicembre 2014 che ha sospeso l'utilizzo dei richiami vivi appartenenti agli ordini degli anseriformi e dei caradriformi nell'attività venatoria su tutto il territorio nazionale a causa dell'influenza aviaria. L'ha scritta il 30 dicembre scorso la presidente Confavi Maria Cristina Caretta.
"Alla luce di quanto disposto dalla Commissione europea sulla prevenzione e sul contrasto della diffusione dell'influenza aviaria - sottolinea Caretta - , riteniamo assolutamente spropositato il provvedimento emanato dal Ministero della salute in data 23 dicembre u.s. che ha vietato indistintamente l'utilizzo dei richiami vivi su tutto il territorio nazionale". Caretta ricorda che "le disposizione emanate dalla Commissione europea, tendono a suggerire provvedimenti graduali a seconda della gravità della situazione e del reale pericolo di diffusione di virus, soprattutto in relazione al loro effettivo livello di patogenicità" e che quindi, stando al livello di patogenicità del virus riscontrato in provincia di Rovigo, il Governo avrebbe fatto meglio "a creare un circoscritto cuscinetto di sicurezza senza estendere in modo indiscriminato il divieto di utilizzo di richiami vivi nell'attività venatoria su tutto il territorio nazionale".
L'impressione è che il provvedimento del Governo risponda più a discutibili motivi di natura ideologica che a reali esigenze di tutela della salute pubblica. "La Commissione europea - evidenzia Caretta - ha più volte riconosciuto ai cacciatori europei un ruolo fondamentale nel monitoraggio per tenere sotto controllo la possibile diffusione del virus, considerando l'attività venatoria come parte della soluzione nel contrasto alla diffusione dell'influenza aviaria, non come parte del problema". Ruolo che i cacciatori italiani ricoprono egregiamente.