In Francia il Ministro all'ecologia appoggia i cacciatori, portando avanti i negoziati europei per la caccia a febbraio alle oche. Mentre da noi Galletti predispone le chiusure anticipate, evitando di difendere calendari e deroghe
Mentre in Italia il Ministro dell'Ambiente scavalca l'Europa intimando anzitempo di contrarre periodi di caccia certificati scientificamente, in Francia il titolare dell'equivalente dicastero, Ségolène Royal, dichiara di appoggiare la richiesta della FNC, associazione nazionale dei cacciatori francesi, per l'estensione della caccia alle oche a febbraio, supportata da prove scientifiche. Il Ministro ha infatti confermato il proprio sostegno per l'attuazione di un piano di gestione europeo per le oche, e promesso la ripresa dei negoziati europei.
I cacciatori nel frattempo chiedono l'attuazione di una deroga a tre specie di oche almeno fino al 10 febbraio. La federazione, a sostegno della richiesta, si appella ad una più rigorosa applicazione del diritto europeo, che autorizza l'uso delle deroghe, sottolineando che finora la Francia è stata molto reticente ad applicarle, a differenza di altri paesi europei. A tal proposito ricorda al ministro l'incomprensibile mattanza di uccelli acquatici nei Paesi Bassi, dove ogni anno si distruggono circa 130 mila oche selvatiche.
L'attenzione del Ministro è alta anche su altre questioni, come la possibile modifica della Direttiva sulle armi e la prospettiva della generalizzazione del divieto di piombo nelle munizioni, ma anche la difesa della caccia tradizionale (ortolano e fringuello, tordi in Ardeche e Drome), l'uso di pallettoni, la crescita del lupo. Su tutti questi argomenti i cacciatori hanno un dialogo diretto con il ministero.
Tutta un'altra realtà la nostra: il Ministero dell'Ambiente qui tollera a malapena l'esistenza dei cacciatori, considerandoli cosa separata dalla protezione ambientale, nonostante l'Europa da tempo ormai riconosca alla caccia un ruolo importante nella tutela degli habitat e delle specie, grazie ai grandi risultati di conservazione ottenuti e certificati. Anche il commercialista Galletti, che prima di diventare ministro non si era mai occupato di ambiente, finora non ha fatto eccezione. E infatti piovono consensi dagli anticaccia.