L'Assessore regionale alla caccia in Umbria, Fernanda Cecchini, esprime “sconcerto non tanto per il merito del provvedimento, ma per il modo in cui è stato adottato, intervenendo con un atto d’imperio per modificare il calendario venatorio regionale e facendo ricadere sulle Regioni l’incongruenza fra le norme nazionali ed europee”.
“Nei prossimi giorni - continua la nota della Cecchini - rifletteremo con le associazioni venatorie su quanto disposto con questo provvedimento anche in vista dell’elaborazione del nuovo calendario venatorio. Ma resto esterrefatta per come il Governo abbia inteso intervenire, scegliendo le vie più brevi ma non certo più democratiche, per porre fine a un problema che da anni abbiamo segnalato, chiedendo al Ministro competente la conferma o meno dei periodi di caccia indicati nell’articolo 18 della legge nazionale 157 del 1992. A questi ci siamo rigorosamente attenuti, come abbiamo sottolineato nella lettera con cui abbiamo espresso, motivandola, la nostra contrarietà all’anticipo della chiusura della caccia a tordo bottaccio, beccaccia e cesena, sia pure per dieci giorni”.
“Invece di questo ‘commissariamento’ – dice ancora l’assessore regionale – ci saremmo aspettati che il Governo intervenisse coinvolgendo le Commissioni parlamentari e il Parlamento per approvare le modifiche alla legge nazionale. È inaccettabile che una evidente incoerenza della legge 157, che all’art. 1 comma 4 dichiara l’integrale recepimento delle direttive comunitarie riguardanti la materia, affermazione evidentemente smentita dagli atti assunti dal Consiglio dei Ministri, venga poi fatta ricadere sulle Regioni”.