La
Lac denuncia un incremento notevole del fenomeno del bracconaggio nelle
aree colpite dalla neve nelle zone della Val Chisone
dopo la sospensione della caccia.
Oltre a questa
denuncia che ci sembra giustissima, nell'articolo pubblicato su La Zampa.it, rubrica dedicata agli animali dal quotidiano La Stampa a firma di Gianni Giacomino, troviamo anche questa frase pronunciata da Davide Pistone, Presidente piemontese della Lac “[...] Purtroppo, troveranno anche delle doppiette ad impallinarli”.
La parola doppietta, sinonimo di cacciatore, in questo caso del tutto strumentale, non ci piace.
La differenza tra un cacciatore, rispettoso delle leggi e coscienzioso dell'ambiente e della fauna che lo abita
e il bracconiere, persona non consona alle leggi e
priva di ogni senso civico, crediamo debba avere un giusto,
preciso e determinato distinguo. Per questo di seguito riportiamo le dichiarazioni degli altri intervistati nel medesimo articolo, a testimonianza di cosa sono veramente la caccia e il bracconaggio.
«
La stragrande maggioranza dei cacciatori, soprattutto quelli anziani,
hanno rispetto della fauna, ancor di più oggi,
in un momento di grande difficoltà per gli animali - riflette Renzo Morolla, vice questore aggiunto del Corpo Forestale dello Stato -. Siamo consapevoli dell'esistenza di una
piccola minoranza che non rispetta le regole e che non ha paura di andare incontro a pesanti sanzioni penali».
Nell'anno che sta per concludersi i Forestali hanno denunciato una dozzina di bracconieri, sequestrando armi e trappole. «
Purtroppo è quasi impossibile un monitoraggio continuo di tutte le campagne e delle vastissime zone montane del Torinese - ammette Morolla - quindi non ci resta che sperare nel buon senso di chi imbraccia un fucile». Chi non vuole sentire parlare di doppiette «fuori legge», pronte, se si presenta l'occasione, ad abbattere un cervo o un daino insieme ad un cinghiale, è Angelo Massoglia, il presidente provinciale di Federcaccia che può contare su circa 6 mila tesserati a fronte di poco meno di 10 mila cacciatori presenti nel Torinese. «
La piaga del bracconaggio c'è sempre stata, ma ci sono delle leggi che io rispetto e cerco di far rispettare a tutti gli associati - spiega Massoglia, 77 anni portati benissimo, che ha ottenuto il permesso di caccia nel 1947 -. Con tutta questa neve molti animali sono in difficoltà, sono praticamente spaesati e il cacciatore questo lo sa.