Il Governo ha deciso per l'impugnazione davanti alla Corte Costituzionale della legge regionale lombarda per il contenimento delle nutrie. La legge ha riaffidato alle Province la responsabilità di attuare i Piani di abbattimento della specie infestante, permettendo l'utilizzazione dei fondi già stanziati dalla Regione nel 2014 ed ha accentrato la regia sulla programmazione degli interventi di eradicazione, attraverso l'applicazione, dal 2015, di un Programma Regionale triennale.
Secondo il Governo, invece, alcune norme contenute nella legge n. 32 del 4 dicembre 2014, “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 ottobre 2002, n. 20 (Contenimento della nutria (Myocastor coypus)”, "violano la competenza riservata alla legislazione statale in materia di organizzazione amministrativa dall’articolo 117, secondo comma, lettera g), della Costituzione, e altre disposizioni contrastano con la disciplina statale in materia di tutela della fauna in violazione della competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema di cui all’articolo 117, secondo comma, lett. s), Cost".
Sotto accusa, pare, la parte di norma che prevede di istituire tavoli provinciali che coinvolgano anche le prefetture. La prefettura è infatti un organo dello Stato e, secondo il governo, una regione non può attribuire compiti a un organo dello Stato. Altro punto critico sono i mezzi autorizzati per l'abbattimento: armi da sparo, balestre e trappole. Secondo il governo, con tali metodi si rischierebbe di abbattere anche altre specie faunistiche, che potrebbero appartenere all'elenco di quelle tutelate.
Ricordiamo che ad agosto 2014 la legge 157/92 è stata modificata, con l'esclusione della nutria dalle specie degne di standard di protezione. Il che significa, come spiegato poi in una circolare ministeriale, che la competenza esclusiva dei programmi di eradicazione è passata ai singoli Comuni, che devono trattare il problema nutria come si fa con un qualsiasi intervento di derattizzazione, valutando la presenza sui loro territori e applicando piani di eradicazione.
La specie, scriveva la circolare interministeriale di novembre scorso, è ora considerata “nociva” alla stregua di animali infestanti e dannosi. Tale modifica legislativa ha di fatto prodotto due effetti: a) trasferire la competenza sulla gestione delle nutrie, attualmente in capo alle Regioni e alle Province, ai Comuni; b) consentire nella gestione delle problematiche relative al sovrappopolamento delle nutrie, l’utilizzo di tutti gli strumenti sinora impiegati per le specie nocive. |