"È necessario un intervento chiarificatore sul periodo di prelievo di queste specie, che in Italia appare sostanzialmente differente da quanto contemplato in altri Paesi europei, in particolare del nord Europa. Un’incertezza che non può ricadere sulle autonomie regionali che rispettano le disposizioni legislative nazionali e si vedono, poi, modificare i propri calendari venatori predisposti sulla base delle leggi italiane".
Così l'Assessore regionale alla caccia nelle Marche, Paola Giorgi, illustra le ragioni del prossimo incontro (10 febbraio a Roma) con i Ministeri dell'Ambiente e dell'Agricoltura, richiesto dalle Regioni Marche, Toscana, Umbria, Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia dopo "l'’evidente frattura istituzionale creatasi con l’assunzione, da parte del Consiglio dei ministri”, delle delibere che hanno modificato la programmazione venatoria locale" (per beccaccia, tordo bottaccio e cesena).
"A fronte di una semplice richiesta di informazioni - si legge nella nota della Regione Marche - , da parte della Commissione europea, lo Stato ha modificato autonomamente la programmazione regionale". "Una procedura alquanto insolita, che interferisce con l’attività delle Regioni espletata nel pieno rispetto della legge italiana – evidenzia l’assessore Giorgi – A monte dell’intervento, che le Regioni giudicano scomposto, ci sono nodi irrisolti che coinvolgono la gestione della fauna selvatica".
"All’incontro, a Roma, - sottolinea Giorgi - chiederemo che i Ministeri facciano chiarezza, innanzitutto, al loro interno, perché, nel caso dei calendari venatori, è curioso che quello all’Ambiente interloquisca le Regioni su una materia strettamente di competenza dell’Agricoltura. Chiederemo che il Ministero per le politiche agricole recuperi il proprio ruolo di interlocutore con la Commissione europea sui temi venatori e con gli altri Ministeri, per scongiurare incresciose situazioni dove le Regioni si trovano scavalcate rispetto a un quadro normativo nazionale che non possono modificare, ma solo applicare”.