Riceviamo e pubblichiamo:
CNCN: “Dieci anni di divieto hanno evidenziato che la scelta era sbagliata, ora ci aspettiamo un ripensamento generale”
MANCANO LE PROVE SCIENTIFICHE CONCRETE PER PUNTARE SOLO SU ALTRI MATERIALI, CHE INVECE HANNO DIMOSTRATO DI ESSERE MENO EFFICACI DEL PIOMBO PRODUCENDO UN AUMENTO DELLE SOFFERENZE DEGLI ANIMALI E RISCHI PER GLI UOMINI
“La decisione di ritornare all’uso del piombo nelle munizioni da caccia presa il 3 febbraio dalla Norvegia apre un capitolo nuovo sulla questione. – dichiara l’avvocato Giovanni Ghini, presidente del CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) - Dopo tante polemiche e decisioni prese in contesti del tutto teorici, come successo ultimamente a Quito, dieci anni di utilizzo di materiali alternativi al piombo hanno reso evidente quanto questa strada sia pericolosa e, sostanzialmente, sbagliata. A dirlo è un paese considerato all’avanguardia come qualità della vita e attenzione all’ambiente come la Norvegia, che dopo aver fatto da precursore con il divieto dell’uso del piombo si spera ora, per gli stessi motivi, faccia da punto di riferimento per il ripensamento dell’intera vicenda. Se sono stati bravi, per alcuni, a introdurre il divieto nel 2005 devono essere considerate altrettanto valide le conclusioni alle quali sono arrivati dopo un decennio di sperimentazione. Pensare quindi a un divieto da adottare in Italia, come vorrebbero alcuni al solo scopo in realtà di combattere con armi non lecite l’attività venatoria, - conclude Ghini – a questo punto sembra francamente una forma di autolesionismo inutile che possiamo risparmiarci, anche al fine di tutelare un comparto economicamente solido”.
La decisione della Norvegia è arrivata il 3 febbraio, quando il Parlamento con 79 voti a favore e 16 contro ha reintrodotto l’uso dei pallini di piombo per la caccia al di fuori delle zone umide. Il divieto dell’utilizzo di questo materiale era stato varato nel 2005, provocando la reazione delle associazioni venatorie norvegesi che hanno lavorato duramente in questi anni per denunciare la mancanza di prove tangibili in favore di tale limitazione, oltre a sostenere che l’uso di munizioni alternative poneva seri rischi per la salute sia degli animali che degli esseri umani. Come sappiamo anche da vicende più o meno vicine la questione è spesso soggetta a decisioni prese sulla base di interessi politici e messaggi dal contenuto emotivo rivolti all’opinione pubblica, più che in conseguenza di un confronto tecnico e scientifico.
Per questo il mondo venatorio norvegese e il Norway’s Weapons Council, hanno lavorato duramente per chiarire come il piombo rappresenti il materiale più adatto per le munizioni da caccia. È stato dimostrato quindi prima di tutto che le munizioni alternative non sono più eco-compatibili e più efficienti del piombo, oltre al fatto che spesso provocano inutili sofferenze per gli animali e rischi per i cacciatori. Infine è risultata evidente la necessità di ulteriori studi e approfondimenti sui cosiddetti materiali alternativi.
A questo punto il governo norvegese inserirà la decisione presa dal Parlamento all’interno di un regolamento di prossima emanazione, dando così ai propri cittadini cacciatori la possibilità di tornare ad utilizzare munizioni a base di piombo al di fuori delle zone umide già a partire dalla stagione venatoria in corso. La decisione norvegese apre prevedibilmente ad un ripensamento anche in altri Paesi nei quali sono in vigore delle limitazioni ingiustificate dell’utilizzo di piombo nelle munizioni.
“Il CNCN plaude alla scelta del Parlamento norvegese – conclude l’avvocato Ghini – che si è attenuto ai fatti ed agli studi scientifici. Lavoreremo con forza affinché l’esempio di civiltà e di scienza adottato dal Paese scandinavo sia seguito anche in Italia”.