Altro capitolo sulla travagliata storia dell'abbattimento dei daini deciso dalla Provincia di Ravenna nella Pineta di Classe, con i pareri positivi dei due parchi regionali coinvolti e dell'Ispra. Dopo la sconfitta al Tar degli animalisti, il Consiglio di Stato ieri (9 febbraio) ha accolto l'istanza di misure cautelari richiesta da Associazione Vittime della Caccia, Earth e Animal Liberation e sospeso l’ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale, e, con essa, gli effetti dei provvedimenti impugnati, fino alla trattazione della causa fissata per il prossimo 5 marzo.
L'abbattimento dei daini, stando al piano della Provincia, avrebbe dovuto concludersi alla fine di questo mese. Motivo per cui il giudice ritiene sussista “un pregiudizio estremamente grave e irrimediabile”, visto che i daini sarebbero abbattuti prima della trattazione del caso.
Sulla vicenda ormai si è già detto di tutto. Ed è ormai chiaro ai più che le istituzioni, con l'appoggio della scienza faunistica, stanno soltanto cercando di ripristinare la salute ambientale di quell'area, visto che i daini sono troppi e danneggiano la pineta, le altre specie e l'agricoltura locale. Dall'altra parte ci sono motivazioni per lo più ideologiche (animaliste), miscelate ad una martellante azione antagonista, con tanto di episodi violenti (vedi la distruzione delle altane e l'aggressione ai danni di un cacciatore), e a quella legale, utilizzando l'astuzia delle misure cautelari (che non è un giudizio di merito). Capricci animalari insomma, che paghiamo tutti in termini di danni al patrimonio pubblico e all'economia.
Ora le associazioni animaliste, condannate dal Tar al pagamento di un rimborso agli agricoltori, auspicano un ribaltamento anche di quella decisione, che fanno sapere di ritenere ingiusta.